L'Apollo di Kassel (noto anche come Efebo di Kassel) è una statua che fa parte di una serie di copie romane di una scultura greca d'epoca classica probabilmente individuabile in quella nota come "Apollo Parnopios" attribuita a Fidia e risalente a circa il 450 a.C.
La statua in marmo bianco risalente al II secolo (presumibilmente apparteneva all'imperatore Domiziano) è la copia di un originale greco in bronzo andato perduto. Ce ne sono più di 20 versioni conosciute e questo gran numero di copie, in aggiunta alle raffigurazioni presenti su monete e gemme, suggerisce l'ipotesi che l'originale dovesse essere alquanto famoso.
Pausania il Periegeta riferisce che sull'Acropoli di Atene si trovava una statua in onore di Apollo creata dallo scultore Fidia e che mostrava il dio come "Parnopios" (Signore) delle cavallette. Ora, dal momento che le copie realizzate sono stilisticamente molto simili alle figure dello scultore presenti nel fregio del Partenone, è stata quasi naturale l'identificazione del modello "Apollo Kassel" con la statua perduta dello scultore greco.
La testa ha le caratteristiche classiche del volto greco, con i capelli riccioluti che scendono lungo i due lati del collo; una delle caratteristiche più notevoli sono le spalle larghe e l'assai buona definizione della muscolatura. Nella mano sinistra il dio dell'arte, della medicina e della profezia (con l'oracolo di Delfi) avrebbe dovuto avere un arco, mentre nella destra una cavalletta (entrambi i particolari sono andati perduti). Se fosse inizialmente stata dipinta è oggetto di discussione.
(DE) Peter Gercke u. a.: Apollon und Athena. Klassische Götterstatuen in Abgüssen und Rekonstruktionen. Katalog zur Sonderausstellung 1991. Staatliche Kunstsammlungen, Kassel 1991 (Kataloge der Staatlichen Kunstsammlungen Kassel, 17).