La Federazione Rivoluzionaria Armena (o Dashnak) pianificò il tentativo di assassinio del sultano per mettere in atto la vendetta. I membri, guidati dal fondatore dell'ARF Christapor Mikaelian, iniziarono segretamente a produrre esplosivi e di pianificare l'operazione a Sofia, in Bulgaria. Durante la pianificazione, gli esplosivi erano stati prodotti in una fabbrica improvvisata di bombe nel villaggio di Sabljar, vicino alla città bulgara di Kyustendil. Mikaelian, insieme al suo amico Vramshabouh Kendirian, morirono in un'esplosione accidentale. Il piano, nonostante avesse perso i suoi istigatori, continuò come previsto.
Il sultano Abdul Hamid Han pregava ogni venerdì alla moschea di Yildiz e solitamente se ne andava grossomodo ogni volta alla stessa ora, creando uno schema temporale dei suoi movimenti. Approfittando di ciò, l'ARF pianificò di nascondere gli esplosivi a tempo in una carrozza parcheggiata fuori dalla moschea che sarebbero esplosi nel momento in cui il sultano Abdul Hamid avrebbe lasciato la moschea. Fu deciso che Zareh, il miliziano e partecipante all'occupazione della Banca ottomana, avrebbe guidato la carrozza.
Attentato
Il 21 luglio 1905 Zareh guidò la carrozza davanti alla moschea. Impostò il timer per 42 secondi previsti. Il sultano Abdul Hamid non si presentò in tempo perché era stato coinvolto in una conversazione con lo sceicco ul-Islam. La bomba venne lanciata contro il sultano ma riuscì a sfuggire alle ferite.[3] La bomba esplose, uccidendone molti, incluso lo stesso Zareh. Il sultano arrivò pochi minuti dopo il previsto.[4]
26 membri al servizio del sultano morirono mentre altri 58 al suo servizio, così come i civili presenti, rimasero feriti.
Risvolti
Nell'indagine successiva furono portati alla luce altri complotti.[5] L'anarchico belga Edward Joris era tra coloro che furono arrestati e condannati.[1]
Ricerca scientifica
Nel giugno 2013 l'Università di Anversa ha organizzato un seminario internazionale sull'evento.[6] Le presentazioni sono state pubblicate nel 2017 con il titolo To Kill a Sultan: A Transnational History of the Attempt on Abdülhamid II.[1]