Per la sua posizione geografica ed i suoi capisaldi territoriali venne identificata dagli storici Inveges, Boudrand e Ottavio Gaetani con l'antica città Sicana di Camico sulle cui rovine sorse la greca Triocala.
Triocala deve il suo nome a tre caratteristiche naturali che la circondano: la rocca che la rendeva inespugnabile, l'abbondanza delle acque e la fertilità delle sue campagne. Il suo massimo splendore fu raggiunto all'epoca di Salvio Trifone, che a capo di servi fuggitivi, installò in questa città la sua corte. Eresse un palazzo regale e regnò fino al 99 a.C., quando il Console romano Aquilio, in una delle guerre servili, la rase al suolo. "Et mox servili vastata Triocala bello" (Silio Italico, 14, 270).
Riedificata, subì ancora la sorte della devastazione per mano degli Arabi, i quali vi eressero il "Castello delle querce, in arabo "Qal'at Al-Ballut" da cui discende l'attuale nome di Caltabellotta.
Quando in Sicilia giunsero i Normanni, Triocala venne conquistata da Ruggero I d'Altavilla nel 1090. Il sovrano inflisse una dura sconfitta agli Arabi ed a perenne ricordo edificò sul monte un tempio in onore di San Giorgio con doppio ordine di colonnati, di cui oggi non rimane traccia.
La Guerra dei Vespri Siciliani ebbe fine sul monte Castello, altrimenti conosciuto come il "Pizzo di Caltabellotta". Il 31 agosto dell'anno 1302, probabilmente nel castello del Pizzo, si firmò il trattato di pace, per il quale Federico III venne riconosciuto Re di Trinacria, con l'impegno a convolare a nozze con Eleonora d'Angiò, sorella di Roberto Re di Napoli, ponendo termine alla guerra del vespro.
Lo stemma del comune di Caltabellotta è stato riconosciuto con decreto del capo del governo dell'8 marzo 1936.[4]
«Interzato in palo: nel primo troncato a) d'oro a sei gigli posti nell'orlo; b) d'azzurro, seminato di gigli d'oro, alla bordura scaccata d'argento e di rosso di 16 pezzi; sul tutto uno scudetto di rosso a sei barrette d'oro, poste in orlo, caricato in cuore da uno scudetto d'argento, a cinque quadratini di azzurro 2-1-2; nel secondo troncato: nel 1° partito a) d'oro, al leone rivolto di rosso; b) inquartato in decusse, d'oro a tre pali di rosso, e d'argento, all'aquila di nero, coronata d'oro; nel 2° d'azzurro, seminato di gigli d'oro; sul tutto uno scudetto d'azzurro, orlato di rosso, a tre gigli d'oro; nel terzo d'oro, a sei palle poste 1-2-2-1, la palla superiore d'azzurro, caricata di tre gigli d'oro, le altre di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone adottato dal comune è un drappo di azzurro.
Chiesa di Sant'Agostino, all'interno custodisce una Deposizione in cotto di Antonino Ferraro da Giuliana (1512);
Chiesa e Monastero di San Pellegrino, primo vescovo di Triocala, edifici di culto realizzati su impianti preesistenti nel 1721, come è visibile sulla facciata della chiesa stessa;
Chiesa del Carmine, preesistente già al 1575, anno in cui vi si stabilirono i Carmelitani nell'adiacente collegio;
Chiesa dei Cappuccini, realizzata nel XVII secolo;
Chiesa della Pietà, piccola chiesa realizzata in parte nella roccia, di epoca bizantina;
Chiesa dell'Itria, ex Anime Purganti, del XVI secolo;
Chiesa del Collegio;
Chiesa di San Salvatore;
La Badia, monastero dell'Ordine benedettino derivato dalla «Congregazione di Santa Maria di Valverde».La Chiesa del Carmine
Invece, tra le chiese sconsacrate o non più esistenti, perché ridotte a ruderi o riqualificate in altri edifici vi sono:
Chiesa di San Lorenzo, ricordata per il suo portale gotico e per la cappella impreziosita dagli affreschi di Orazio Ferraro da Giuliana del 1594, oggi adibita ad auditorium;
Chiesa di San Francesco di Paola, luogo di culto dedicato originariamente da Ruggero il Normanno alla Madonna della Raccomandata, di cui rimane solo la facciata;
Chiesa di San Benedetto, a tre navate, si trova nella contrada omonima, e ridotta a ruderi;
Chiesa di San Paolo, nel quartiere omonimo, fu riusata a mulino, oggi dismesso;
Chiesa di San Niccolò, esistente fino al XIX secolo, ma inglobata nelle abitazioni del quartiere Balate. Si disconosce la vera posizione;
Chiesa del Rinascimentale o di San Michele, si trovava in piazza Umberto I, di fronte alla chiesa del Carmine. Al suo posto fu costruito il cinema. Oggi vi si trova il comando dei vigili urbani;
Chiesa di San Sebastiano, distrutta per realizzare un parcheggio.
Chiesa gesuitica, all'interno della casa gesuitica Martusa.
Nella frazione di Sant'Anna si trovano i seguenti edifici religiosi:
Chiesa madre di San Pellegrino, dove secondo la tradizione popolare sorgeva il luogo del miracolo del Santo, subito dopo essere sbarcato in Sicilia;
Chiesa di Montevergine, situata fuori dal centro abitato e antica sede dei padri agostiniani;
Chiesa di Santa Maria del fervore, del rispettivo collegio, in cui si trova conservato una porzione di mosaico databile tra il V e il VI secolo dopo Cristo.
Sin dall'alba del cristianesimo Triocala fu sede vescovile con il protovescovoSan Pellegrino[8], il quale sbarcato a Eraclea Minoa, nella cosiddetta Piccola Cartagine, proveniente da Lucca di Grecia, quando giunse in questa città, sconfisse un mitologico dragone che dimorava in un antro nutrendosi giornalmente di un giovane pasto umano. Il Pellegrino, fece precipitare la bestia in un burrone e prese a dimora quella stessa grotta, fino alla fine del suo passaggio terreno, vivendo in santità.
Con la conquista araba, la sede vescovile fu trasferita a Sciacca ed infine con i normanni ad Agrigento.
Cultura
Musei
Museo Civico di Palazzo della Signoria, nell'omonimo palazzo, ospita una mostra permanente di opere dello scultore Salvatore Rizzuti.
Nel Parzival di Wolfram von Eschenbach si menziona il castello di Clinschor (Kalot Enbolot) definito come il castello delle meraviglie (Schastel Marveile). Clinschor è uno stregone e negromante nonché un personaggio oscuro.
Secondo la mitologia medievale europea a Caltabellotta si concentrerebbero delle forze luciferiche. A testimonianza di tale convinzione presso una delle stanze dell'ex carcere dell'inquisizione di Palermo si trova una mappa della Sicilia disegnata da uno dei carcerati per necromanzia in cui la città viene evidenziata con una croce. Rudolf Steiner a tal proposito scrisse: «L'ostilità al Graal era concentrata nella fortezza di Iblis a Kalot Enbolot. Ancora oggi occorre molta forza d'animo per chi si accosti a questa zona».[11] Steiner infatti identifica Caltabellotta come una località luciferica opposta a Monsalvato sui Pirenei.[12]Goethe stesso nel suo Viaggio in Italia cita la rocca di Caltabellotta mentre si reca a Girgenti, probabilmente avvistata di lontananza, con buona probabilità perché a conoscenza delle vicende del Parzival.
Economia
Agricoltura
L'agricoltura è il settore principale dell'economia, si produce principalmente olio di oliva.
Il territorio di Caltabellotta è compreso nella zona di produzione dell'Arancia di RiberaD.O.P..