Il Ca.314 apparteneva alla serie 310 sviluppata in parallelo con il Ghibli che volò la prima volta il 20 febbraio 1937. La versione 313 era del 1940 e si caratterizza per il muso incurvato. Venne impiegato come aereo da ricognizione, bombardiere leggero o caccia di scorta di convogli. Operò in Russia, Africa, Balcani e Francia.
La versione 314 venne impiegato per l'attacco al suolo e come aerosilurante (come addestratore). In tutte le versioni ne vennero prodotti circa 400 esemplari[1][3].
Versioni
Ca.314A
nota anche come Ca.314-SC (Scorta)[4], versione ricognitore marittimo-bombardiere leggero, costruito in 73 esemplari, equipaggiata con 4 mitragliatrici, una calibro 7,7 mm e tre 12,7 mm, ed in grado di trasportare un carico di bombe fino a 385 kg.[2] Costruita in 73 esemplari (di cui 3 di preserie) modificando cellule di Ca.313 RA[3].
Ca.314B
nota anche come Ca.314-RA (Ricognizione Aerosiluranti)[4], versione bombardiere-aerosilurante, ordinato dalla Regia Aeronautica in 80 esemplari[3], caratterizzata da poter trasportare un carico bellico di bombe fino a 500 kg o un siluro da 900 kg.[2]
Ca.314C
versione da attacco al suolo, caratterizzata dalla presenza di 5 mitragliatrici calibro 12,7 mm e carico bellico per 1 280 kg di bombe in fusoliera.[2]. Ne furono prodotti 254 esemplari[3].
^abCaproni Ca.306/309/310/314 in Virtual Aircraft Museum.
Bibliografia
Rosario Abate, Gli aeroplani della Caproni Aeronautica Bergamasca 1920-1946, II, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, 1978.
(EN, IT) Giorgio Apostolo (a cura di), Caproni Ca 311/314, in Ali d'Italia, vol. 24, Torino, La Bancarella Aeronautica, giugno 2007.
Emilio Brotzu, Michele Caso e Gherardo Cosolo, Dimensione Cielo, Aerei Italiani nella 2ª Guerra Mondiale Vol.5, Bombardieri-Ricognitori, Roma, Edizioni dell'Ateneo & Bizzarri, aprile 1973, pp. 63-72.
Bill Gunston, Bombardieri della seconda guerra mondiale, Milano, Gruppo Editoriale Fabbri, 1981.
(FR) Jean Pierre Chaput, Caproni CA.314 C, su La seconde guerre mondiale en modèles réduits, http://www.2iemeguerre.com/. URL consultato il 19 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2008).