Parallelamente alla sua attività di progettista di nuovi edifici, l'Arpesani si dedica all'attività di restauro di antichi edifici fra i quali la cripta dell'Abbazia di San Colombano di Bobbio (1910), con la scoperta ed il restauro dell'antico pavimento a mosaico del XII secolo, il Duomo di Crema (1911-1915), di Cremona (1915-1921) e le chiese di Melegnano e di Ponte Vecchio presso Magenta (1922-23).[7]
Partecipò lungamente alla Commissione igienico-edilizia del Comune di Milano fra il 1910 e il 1920, diede impulso alla Scuola professionale di Monza e fu socio onorario dell'Accademia di Belle Arti di Milano dal 1895; nel 1912 fu, insieme al Boito, al Moretti e altri, membro della giuria che dovette giudicare i progetti del secondo concorso per la facciata della nuova costruenda Stazione Centrale di Milano.[8] Fu padre di Giustino Arpesani (1896-1980), avvocato, diplomatico e politico.
Archivio
L'archivio dell'architetto Cecilio Arpesani[9], non disponibile al pubblico, comprende copialettere, opuscoli e periodici, progetti di architettura e restauro, progetti di decorazione e mobilio, fotografie d'epoca, una trentina di lastre fotografiche originali, acquerelli, schizzi, bozzetti e disegni vari, nonché studi e disegni per maniglie e impugnature di chiavi. Copialettere (1885-1924): 28 volumi composti da circa 400 pagine cadauno (manca il volume corrispondente al 1888) che raccolgono una o più annate ciascuno. Progetti (1875-1923): 44 progetti di architettura e restauro riguardanti case, ville, edicole, chiese, santuari, istituti religiosi, asili; 1 progetto di tratta ferroviaria in collaborazione; 2 progetti di decorazione e mobilio. Opuscoli-periodici[9].