Nel 1962 fu 2ª nello slalom gigante delle SDS-Rennen (Grindelwald, 10 gennaio)[9], 3ª nella discesa libera delle Silberkrugrennen (Badgastein, 17 gennaio)[10], 3ª nello slalom gigante del Grand Prix Feminine (Saint-Gervais-les-Bains, 1º febbraio)[11] ed esordì ai Campionati mondiali: a Chamonix 1962 vinse la medaglia d'oro nella discesa libera e si classificò 12ª nello slalom gigante[12]. Nel prosieguo della stagione si piazzò 2ª nella discesa libera dell'Arlberg-Kandahar (Sestriere, 9 marzo)[13] e vinse la discesa libera e lo slalom gigante dell'Otto Furrer memorial (Zermatt, 16-18 marzo)[14].
Stagioni 1963-1964
Nella stagione 1962-1963 si aggiudicò la discesa libera pre-olimpica di Axams (17 febbraio)[15], vinse la discesa libera e fu 3ª nello slalom speciale e 2ª nella combinata della Coppa Foemina (Abetone, 22-23 febbraio)[16], si classificò 3ª nella discesa libera dell'Arlberg-Kandahar (Chamonix, 8 marzo)[17], vinse la discesa libera, lo slalom gigante, lo slalom speciale e la combinata dell'Otto Furrer memorial (Zermatt, 15-17 marzo)[18] e si piazzò 2ª in due dei tre slalom giganti delle Drei-Gipfel-Rennen (Arosa, 22-24 marzo)[19].
Nel 1965 si piazzò 3ª nello slalom gigante di Oberstaufen (2 gennaio)[23], si aggiudicò la discesa libera delle SDS-Rennen (Grindelwald, 8 gennaio)[24], fu 3ª nello slalom speciale e nella combinata dell'Arlberg-Kandahar (Sankt Anton am Arlberg, 15-17 gennaio)[25], vinse la discesa libera delle Goldschlüsselrennen (Schruns, 21 gennaio)[26] e quella del Grand Prix Feminine (Saint-Gervais-les-Bains, 29 gennaio)[27]; si classificò quindi 3ª nella discesa libera del Bud Werner memorial (Vail, 12 marzo)[28] e vinse quella degli US open (Crystal Mountain, 1º aprile)[29].
Nel 1966 vinse nuovamente la discesa libera delle SDS-Rennen (Grindelwald, 14 gennaio)[30], si piazzò 2ª nella discesa libera e 3ª nella combinata delle Silberkrugrennen (Badgastein, 19-20 gennaio)[31], si aggiudicò la discesa libera, lo slalom speciale e la combinata di Sportinia (29-30 gennaio)[32] e la discesa libera del trofeo delle Trois Vallées (Courchevel/Méribel, 2-6 marzo), dove fu anche 2ª nella combinata[33]; al trofeo Arlberg-Kandahar di quell'anno (Mürren, 11-13 marzo) conquistò tutte e tre le prove – discesa libera, slalom speciale e combinata – e al termine della stagione ai Mondiali di Portillo 1966 si classificò 5ª nella discesa libera, 24ª nello slalom speciale e non completò lo slalom gigante[34].
Stagioni 1967-1968
In Coppa del Mondo esordì nella stagione inaugurale del circuito, il 1º febbraio 1967 a Monte Bondone in slalom speciale (4ª), e alla successiva Coppa dei Paesi alpini 1967 (non valida per la Coppa del Mondo), disputata a Badgastein tra il 7 e il 12 febbraio, si piazzò 3ª sia nello slalom gigante sia nello slalom speciale[35].
Nella stagione 1967-1968 in Coppa del Mondo conquistò tutti i suoi quattro podi nel circuito: il primo fu il 2º posto ottenuto dalla Haas nella discesa libera di Badgastein del 17 gennaio. Ai X Giochi olimpici invernali di Grenoble 1968, suo congedo olimpico e iridato, conquistò la medaglia di bronzo nella discesa libera (l'unica gara alla quale prese parte), valida anche ai fini della Coppa del Mondo e dei Mondiali 1968. Il 23 febbraio seguente ottenne a Chamonix l'ultimo podio in Coppa del Mondo, nonché ultimo piazzamento a punti, arrivando 2ª in discesa libera, e fu 2ª anche nella combinata, valida solo ai fini del trofeo Arlberg-Kandahar di quell'anno[36]; in Coppa del Mondo prese per l'ultima volta il via il 28 marzo successivo a Rossland in slalom speciale, senza completare la gara[37] e chiuse la stagione al 3º posto nella classifica di discesa libera.
8 ori (discesa libera nel 1961; discesa libera nel 1963; slalom gigante, combinata nel 1964; discesa libera, slalom speciale, combinata nel 1966; combinata nel 1968)
2 argenti (discesa libera, slalom gigante nel 1968)
^(DE, FR, EN) Comitato organizzatore dei XII Giochi olimpici invernali, Eröffnungszerimonie/Cerimonie d'ouverture/Opening Cerimony, in Endbericht/Rapport final/Final Report XII. Olympische Winterspiele Innsbruck 1976, Comitato Olimpico Internazionale, 1976, p. 26. URL consultato il 1º aprile 2024. Ospitato su LA84 Foundation.