Il discorso indiretto è il modo in cui vengono riportate, in una proposizione subordinata, parole dette in precedenza.
Da un lato, c'è la possibilità di riportare quanto è stato detto usando il discorso diretto, cioè ripetendo l'enunciato in forma invariata e usando per esempio le virgolette:
Dato che il contesto in cui l'enunciato viene prodotto non è più lo stesso, nasce la necessità di adattare ogni forma di deissi, cioè tutte le indicazioni di tempo, persona e di luogo.
Discorso indiretto e concordanza grammaticale dei tempi
Nella trasposizione dal discorso diretto al discorso indiretto, le indicazioni temporali vanno adattate alle regole della concordanza dei tempi: nell'esempio del re Luigi, il presente della prima frase diventerà dunque imperfetto.
Va comunque detto che (sempre secondo le regole della concordanza), se il tempo della principale è il presente, l'indicativo presente viene mantenuto e cambia solo la persona, dalla prima alla terza (Luigi XIV dice che il re è lui).
Se la frase principale è ad un tempo passato (imperfetto, passato remoto, trapassato, il più delle volte passato prossimo), i tempi dell'enunciato citato andranno adattati in questo modo:
I pronomi personali vanno adattati al contesto; questo vuol dire che la deissi personale va adattata in modo tale che il significato della frase non venga stravolto.
Luigi XIV disse: "Lo stato sono io".
diventa dunque
Luigi XIV disse che lo stato era lui.
In altre parole, la prospettiva di chi parla al discorso diretto viene sostituita con la prospettiva della persona che riferisce quanto letto o sentito.
Adattamento della deissi temporale e spaziale
Anche dal punto di vista temporale e spaziale, la deissi deve essere adattata al nuovo contesto, quello in cui l'enunciato viene ripreso. Per illustrare questo fenomeno, si ricorre ad un nuovo esempio:
Gianna mi ha detto un mese fa: "verrò lì da tedomani"
diventerà
Gianna mi ha detto un mese fa che sarebbe venuta qui da me il giorno dopo.
Nella lingua corrente, i fenomeni di adattamento della deissi temporale e spaziale sono numerosi: qui diventa normalmente lì; questo può diventare quello; domani viene riportato di solito con l'anaforico l'indomani, mentre ieri diventa il giorno prima.
Bibliografia
E. Jafrancesco, Parla e scrivi. La lingua italiana come L2, Cendali 1990