Promosso konteradmiral, sostituì il parigrado Friedrich Karl Topp al comando della forza navale tedesca presente nel Mare del Nord,[N 2] venendo affiancato dal capitano di vascello Fritz Julius Hintze come comandante dell'incrociatore da battaglia Scharnhorst, che divenne la sua nave di bandiera.
Alle ore 17:00 del 25 dicembre 1943[6] ricevette l'ordine dal grande ammiraglio Karl Dönitz di salpare dall'Alta Fjord con la sola grande unità disponibile,[N 3] lo Scharnhorst, con cinque cacciatorpediniere di scorta, per intercettare (Operazione Ostfront) il convoglio[6] di rifornimenti JWB 55[N 4] diretto a Murmansk,[6] in Unione Sovietica. La ricognizione tedesca aveva stimato che il convoglio sarebbe passato a circa 150 miglia da Capo Nord, e il Quartier generale della Kriegsmarine[6] decise di intercettare e distruggere quante più navi mercantili possibili, al fine di impedire ai vitali[6] rifornimenti alleati di raggiungere l'Unione Sovietica.[N 5]
Ciò che veniva ignorato era che il convoglio JW-55B[6] aveva come scorta indiretta una potente squadra navale composta dalla corazzata HMS Duke of York, sulla quale era imbarcato il comandante della squadra navale, l'ammiraglio SirBruce Fraser, dall'incrociatore leggero HMS Jamaica e da quattro cacciatorpediniere inglesi, e uno norvegese che incrociava a maggiore distanza. Inoltre a circa 150 miglia dal convoglio JW-55B si trovava anche il convoglio RA-55A[N 6] formato da 22 mercantili, con la scorta diretta di sette cacciatorpediniere inglesi, uno canadese, e da un dragamine inglese, mentre la scorta indiretta era formata da una divisione di incrociatori composta dall'incrociatore pesanteHMS Norfolk e dagli incrociatori leggeriHMS Belfast e l'HMS Sheffield, al comando dal contrammiraglio Sir Robert Burnett.
Il maltempo, il mare grosso e l'inadeguata ricognizione fornita dalla Luftwaffe gli impedirono inizialmente di localizzare il convoglio alleato, ed egli diede ordine ai cacciatorpediniere di disporsi a ventaglio per contribuire alla ricerca. La tempesta imperversante fece sì che i cacciatorpediniere tedeschi si dispersero, lasciando l'incrociatore da battaglia senza scorta diretta.
Grazie al suo intuito riuscì a localizzare il convoglio da solo. Alle 9:24 iniziò il combattimento, con uno scambio di colpi tra lo Scharnhorst e gli incrociatori di scorta al convoglio RA-55A,[7] ma alle 12:04[8] diede l'ordine di interrompere la ricerca della navi mercantili e di dirigere a sud, per rientrare alla base, sempre tallonato dagli incrociatori inglesi.[8] Egli ignorava sempre che la corazzata Duke of York stava arrivando rapidamente in zona. Alle 16:54 le navi inglesi aprirono il fuoco, e lo Scharnhorst rispose con i pezzi poppieri da 280 mm, ma i pezzi da 356 mm della corazzata colpirono lo Scharnhorst danneggiandolo gravemente, tanto che la velocità scese a 10 nodi.[9] Alle 18:20 la battaglia praticamente terminò quando un colpo da 356 distrusse la sala caldaie, consentendo ai cacciatorpediniere inglesi di portarsi a distanza di lancio siluri.
Alle 19:45[10] l'incrociatore da battaglia, che nello scontro aveva riportato gravissimi danni, si capovolse, affondando rapidamente.[11] Dei 1 968 membri dell'equipaggio[1] solamente 36 sopravvissero, venendo posti in salvo dalle unità della Royal Navy, ma tra di essi non vi era nessun ufficiale.[1]
Secondo il racconto di alcuni sopravvissuti egli prese congedo dal capitano Fritz Julius Hintze con una stretta di mano, rifiutando di porsi in salvo.[N 7] L'ultima volta che qualcuno lo vide si trovava in acqua, ma non fu tratto in salvo.[12]
Il suo comportamento in combattimento fu oggetto di elogi da parte dell'ammiraglio Fraser,[11] ma ricevette aspre critiche in Patria da parte dell'ammiraglio Doenitz;[11] tuttavia il 27 dicembre 1943 il suo nome fu menzionato all'Ordine del giorno del bollettino (Wehrmachtbericht) di guerra d'informazione quotidiano messo in onda dall'OKW.
^La corazzata Tirpitz era stata danneggiata da un attacco di sommergibili tascabili inglesi presso il suo ancoraggio, e necessitava di riparazioni, mentre il Lutzow era rientrato in patria per essere disarmato.
^Tale convoglio era composto da 19 mercantili, scortati da 8 cacciatorpediniere e da un dragamine.
^La forza iniziale a sua disposizione veniva stimata superiore a quella di scorta al convoglio, in termini di potenza di fuoco e velocità.
^Si trattava di un convoglio che stava ritornando vuoto dall'Unione Sovietica per essere nuovamente approvvigionate.
^In quel frangente egli avrebbe esclamato: "If any of you get out of this alive, say hello to the folks back home, and tell them we did our duty to the last." (Se qualcuno di voi riesce a sopravvivere, porti i nostri saluti a casa, e dica loro che abbiamo fatto il nostro dovere fino all'ultimo.").
(DE) Manfred Dörr, Die Ritterkreuzträger der Überwasserstreitkräfte der Kriegsmarine—Band 1: A–K, Osnabrück, Biblio Verlag, 1995, ISBN978-3-7648-2453-2.
(DE) Walther-Peer Fellgiebel, Die Träger des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939–1945 – Die Inhaber der höchsten Auszeichnung des Zweiten Weltkrieges aller Wehrmachtteile, Friedberg, Podzun-Pallas, 2000, ISBN978-3-7909-0284-6.
(EN) William H. Garzke e Robert O. Dulin, Battleships: Axis and Neutral Battleships in World War II, Annapolis, United States Naval Institute, 1995, ISBN0-87021-101-3.