L'anno dopo nella medesima competizione bissò il successo nella combinata e si aggiudicò la prova di discesa libera[5]; fu inoltre 2 nello slalom gigante di Seefeld in Tirol del 10 febbraio[6], ma la sua carriera fu in seguito funestata da numerosi infortuni: oltre a vari incidenti alle caviglie, il più grave gli occorse nel 1951 a Megève, quando si fratturò una gamba[1]. Nella sua unica partecipazione olimpica, Oslo 1952, prese parte alla gara di slalom speciale, ma il suo 42º tempo nella prima manche non gli consentì di qualificarsi per la seconda; si ritirò nel 1953 e la sua ultima gara fu lo slalom gigante del Großglockner del 14 giugno, chiuso da Nogler al 8º posto[7].
Nel 1968 passò alla nazionale svedese con l'obiettivo di sviluppare lo sci alpino in un Paese tradizionalmente più versato nello sci nordico. Nel 1969 organizzò così una selezione giovanile, alla quale partecipò anche Ingemar Stenmark, allora tredicenne. Tra il fuoriclasse svedese e l'allenatore italiano nacque un sodalizio che si sarebbe protratto per tutta la durata della carriera di Stenmark; quando lo sciatore si ritirò, nel 1989, anche Nogler abbandonò l'attività da allenatore, declinando l'offerta di ritornare alla guida degli azzurri[1].
Era padre di Lotte, a sua volta sciatrice alpina[1].