Il forte Tortagna è stato un edificio difensivo posto a salvaguardia del cosiddetto "sbarramento del Melogno" presso il colle omonimo, tra l'alta val Bormida e l'entroterra del Finalese, in provincia di Savona.
Il forte Tortagna, all'estremo est del territorio comunale di Calizzano e ai confini amministrativi settentrionali di Magliolo, faceva parte di quel sistema difensivo comprensivo dei forti Centrale del Melogno e Settepani e dalla batteria d'appoggio sul Bric Merizzo.
Diversamente dal forte Centrale posizionato lungo la strada provinciale 490, il forte Tortagna è ubicato più a sud ed in alto del Colle del Melogno e per raggiungere la struttura (nascosta alla vista d'esterni e in un'area totalmente recintata con cartelli segnalanti la proprietà privata) bisogna percorrere una sterrata e laterale strada militare. Su una collina, a circa 200 m dalla batteria d'appoggio del Bric Merizzo, si staglia la poligonale struttura del forte difesa da un profondo fossato - che la circonda interamente - a sua volta protetto da caponiere.
Sul lato che dà sul colle si prospetta l'unico piano di quella che era la caserma edificata in pietra locale del finalese. Alla struttura - sede dei servizi logistici - si accede attraverso un ponte ligneo non più stabile; in origine si suppone potesse essere invece levatoio. Un corridoio collega le varie stanze e locali che ancora presentano tracce d'intonaco originale così come inferriate e alcuni serramenti.
In un attiguo cortile esterno, poco oltre la caserma, era ubicata l'artiglieria difensiva e d'attacco consta da un numero di quattro o sei cannoni da 15 GRC Ret e due da 12 GRC Ret a cielo aperto.
Nel 2010 la struttura si trova in stato di abbandono, ma ancora in discrete condizioni - in seguito è stata acquistata da privati e ristrutturata internamente. Il forte si articola in un unico livello in cui sono state ricavate 5 camere da letto con 4 bagni ed è stata pure ricavata una piazzola per l'atterraggio di un elicottero.
La Resistenza e la giustizia al Forte Tortagna (1944)
I partigiani della 5ª Brigata Garibaldi, dopo uno scontro avvenuto nella zona del Colle del Melogno, il 27 novembre del 1944 catturarono e fucilarono, senza alcun processo, 17 elementi del Battaglione Cadore, 4ª Divisione alpina "Monterosa", collaboratori dell'invasore tedesco e autori di innumerevoli atrocità compiute presso le popolazioni civili del Ponente Ligure durante i rastrellamenti[1]. La fucilazione[2] avvenuta in prossimità del Forte Tortagna è testimoniata da una lapide alla memoria.[3]
Lapide eccidio dei 17 alpini Batt. Monterosa 27 Nov. 1944. I corpi furono inumati nel 1958 nel cimitero di Ceneda. (Foto lug. 2022)
Nell'occasione si distinse il valore del sottoTenente medico Mario Da Re[4] che chiese al plotone di esecuzione, ottenendola, la grazia per un soldato di appena 17 anni di cognome Albareti[5], forse nemmeno consapevole della sua scelta, dal destino riservato ai nemici della Patria, complici del Nazismo e colpevoli dell'Olocausto[6]. La medaglia d'oro che venne conferita al sottoTenente Da Re dall'allora Repubblica Sociale di Mussolini non ha alcun valore nella nostra Repubblica Italiana e non è riportata nel labaro dell'Ana. Non è mai citata nelle commemorazioni locali di quel tragico periodo bellico, ingiustamente .[7][8]
Mauro Minola, Beppe Ronco, Castelli e Fortezze di Liguria. Un affascinante viaggio tra storia e architettura, Recco, Edizioni Servizi Editoriali, 2006.
Antonio Serena, I fantasmi del Cansiglio, Milano, Ugo Mursia Editore, 2014.
Collegamenti esterni
Approfondimenti sul forte Tortagna, su fortidigenova.com. URL consultato il 4 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2012).