Gaetano Gigante si formò artisticamente nella bottega di Giacinto Diana, maestro cui sarà fortemente legato al punto di dare il suo nome al più famoso dei suoi figli[1].
La cifra artistica del suo primo periodo fu influenzata dalla committenza ecclesiastica e a carattere relisioso, che darà luogo a diverse sue opere in chiese della Campania.
Raggiunta la maturità artistica, Gaetano Gigante si dedicò alla pittura di genere, ritraendo nelle sue opere costumi, tarantelle, scene popolari, eventi storici e di cronaca, cosa che gli ha fatto attribuire un ruolo di minore importanza rispetto ai suoi colleghi e collaboratori.
Raffaello Causa, Gaetano Gigante, in IDEM La Scuola di Posillipo, Fabbri Editori, Milano 1967, pp. 15, 22, 93 (ill.52, 93).
Lucio Fino, Gaetano Gigante, in IDEM La Scuola di Posillipo, Grimaldi & C. Editori, Napoli 2002, pag. 39.
Giuseppe Luigi Marini, Gaetano Gigante, in IDEM Il valore dei dipinti italiani dell'Ottocento e del primo novecento, edizione XI (1993/1994), Umberto Allemandi & C., Torino 1994, pag. 239.
Giuseppe Luigi Marini, Gaetano Gigante, in IDEM Il valore dei dipinti italiani dell'Ottocento e del primo novecento, edizione XIX (2001/2002), Umberto Allemandi & C., Torino 2002, pp. 398.
Paolo Ricci, Gaetano Gigante, in IDEM Arte e artisti a Napoli, 1800-1943, Edizioni Banco di Napoli, Napoli 1981, pag. 20, col. a.