Gianni Raimondi e Gabriella Carturan nei camerini del Teatro alla Scala durante le prove di Anna Bolena con la regia di Luchino Visconti, fotografia di Federico Patellani, 1957
La prima grande affermazione fu il debutto alla Scala nel 1956 con La traviata accanto a Maria Callas, nella storica edizione con la regia di Luchino Visconti. Sempre alla Scala, ancora accanto alla "Divina", fu Edgardo in Lucia di Lammermoor e Percy nella celebre ripresa di Anna Bolena nel 1957. Seguirono, per quasi un ventennio, innumerevoli apparizioni nel teatro milanese, in particolare in diverse altre importanti riprese di opere desuete, come Mosè, Semiramide, Lucrezia Borgia, I vespri siciliani. Una citazione a parte merita il suo Rodolfo de La bohème, di cui rimane storica l'edizione del 1963 con la direzione di Herbert Von Karajan. Cantò in 270 recite alla Scala fino al 1975.
Non ebbe una grande fortuna discografica. La sua testimonianza più nota è probabilmente la versione filmata della già citata Bohème diretta da Karajan, con la regia di Franco Zeffirelli, rappresentata alla Scala e poi a Vienna.
Nel 1990 gli fu conferito il "Premio Caruso".
Note vocali e artistiche
La voce estesa, squillante e dal timbro gradevole, tipicamente di tenore lirico, ma al contempo robusta, ne fece uno dei pochi tenori della sua epoca a potersi cimentare anche con il repertorio lirico-ottocentesco più impervio, e perciò poco frequentato (tra le altre I puritani, Guglielmo Tell, La favorita), anche se in virtù più delle doti vocali, soprattutto nel registro acuto, che di una piena aderenza stilistica. È da sottolineare inoltre come le alte capacità tecniche, unite a un sapiente impiego del mezzo vocale nel tempo, gli garantirono una tenuta vocale straordinaria; ne dette prova in occasione dei festeggiamenti per il 100º Anniversario della fondazione del Teatro dell'Opera di Roma nel 1980, quando trionfò, stupefacendo letteralmente il pubblico romano.