Giovanni II, chiamato anche Silvano (IV secolo – Gerusalemme, 417) è stato il vescovo di Gerusalemme tra il 386 e il 417[1][2].
Viene venerato come santo dalla Chiesa cattolica.[3]
Biografia
Era un monaco ed era stato ordinato presbitero da Cirillo,[1] a cui succedette nel 386.[1][2] Nel 392 ordinò il futuro santo Porfirio come vescovo di Gaza.[1]
Nel 394 cominciò una controversia con Epifanio di Salamina e Girolamo riguardo a Origene, che egli si rifiutava di condannare.[1] Teofilo di Alessandria riuscì a riconciliarlo con Girolamo nel 397;[1] in questa riconciliazione (di cui alcuni danno il merito a santa Melania) fu coinvolto Rufino, prete di Aquileia, già amico di Girolamo, in seguito suo oppositore.[1] L'amicizia tra Giovanni e Teofilo non impedì al patriarca di riconoscere i torti del secondo nei confronti di Giovanni Crisostomo; si dichiarò a favore di quest'ultimo in occasione della sua condanna da parte di Teofilo nel 403 nel sinodo della Quercia.[1][4]
Nonostante Pelagio fosse stato deferito nel Concilio di Diospoli del 415, Giovanni lo assolse grazie a sua equivoca professione di fede;[1] Agostino e papa Innocenzo gli scrissero in merito per farlo tornare sui propri passi.[1]
Il 26 dicembre 415 fece traslare nella Chiesa di Sion le reliquie di santo Stefano rinvenute il 3 dicembre.[1] Morì nel 417 (416 secondo il Pagi).[1]
Culto
La Chiesa cattolica lo venera come santo e il Martirologio romano ne fa memoria al 10 gennaio, con queste parole: A Gerusalemme, san Giovanni, vescovo, che, al tempo della controversia sulla retta dottrina, si adoperò molto per la fede cattolica e per la pace nella Chiesa.[3]
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
- (EN) John of Jerusalem, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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- Giovanni II di Gerusalemme, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
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- (EN) David M. Cheney, Giovanni II di Gerusalemme, in Catholic Hierarchy.
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- Giovanni II di Gerusalemme, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
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- (EN) Apostolic succession, su en.jerusalem-patriarchate.info, Jerusalem Patriarchate official website. URL consultato il 27 luglio 2020.