Musicista colto e aggiornato, fuse con grande abilità la melodia italiana di stampo verista con le innovazioni armoniche e orchestrali di Wagner e, in minor misura, di Debussy e Strauss, e realizzò le proprie opere con sicuro senso teatrale.[senza fonte]
Montemezzi nacque il 4 agosto 1875 a Vigasio, comune nei pressi di Verona. Sotto l'egida di Vincenzo Ferroni, nel 1900 conseguì a pieni voti il diploma di laurea in composizione, componendo, come saggio per l'esame finale sul testo del Cantico dei Cantici, una cantata per soprano, mezzosoprano, coro e orchestra, che fu poi eseguita sotto la direzione di Arturo Toscanini.
Nel 1913 compose L'amore dei tre re, da un testo di Sem Benelli; questa è la sua opera più famosa e forse anche il suo capolavoro. Dopo essere stata rappresentata in vari teatri italiani, approdò a New York, dove nel gennaio del 1914 fu diretta da Toscanini al Metropolitan, per poi essere replicata a Boston, Londra e Parigi.
Nel 1931 compose e diresse La notte di Zoraima alla Scala con Giuseppina Cobelli, Iris Adami Corradetti, Maria Caniglia, Giuseppe Nessi e Aristide Baracchi.
La sua ultima opera, intitolata L'Incantesimo, fu scritta nel 1943 e trasmessa alla radio di New York il 9 ottobre dello stesso anno con la NBC Symphony Orchestra e Alexander Sved diretta dal compositore e nel 1952 la prima rappresentazione ebbe luogo all'Arena di Verona il 9 agosto dello stesso anno.
A lui è intitolata l'Orchestra Sinfonica della Provincia di Verona e l'Auditorium del Conservatorio Dall'Abaco di Verona.[1]