Figlio del teologo protestante conservatore Bernhard Weiß[1], studiò nelle Università di Marburgo, Berlino, Gottinga e Breslavia[2] e insegnò esegesi neotestamentaria a Gottinga (dal 1890), Marburgo (dal 1895) e ad Heidelberg (dal 1908 fino alla sua morte)[3][4]. Fu anch'egli di tendenze conservatrici, ma meno di suo padre[3]. Con la sua scoperta dell'elemento escatologico, soprattutto nella predicazione di Gesù, appartenne alla Religionsgeschichtliche Schule [Scuola di Storia delle religioni], un gruppo di teologi protestanti dell'università di Gottinga attorno agli anni novanta dell'800[5]. Ebbe, fra i suoi allievi, Rudolf Bultmann, che continuò le ricerche di Johannes Weiß sul Nuovo testamento, e Josef Hromádka[6]. Tra le altre cose, Weiß fu il primo a designare con la sigla "Q", acronimo del vocabolo tedesco "Quelle", ossia "fonte", l'ipotetica raccolta di detti di Gesù che erano stati accorpati in una sorta di protovangelo, e che, secondo la teoria delle due fonti, permette la soluzione della cosiddetta "questione sinottica"[7].
Opere
La predicazione di Gesù sul regno di Dio [Die Predigt Jesu vom Reiche Gottes], Napoli, M. D'Auria, 1993 [1892], ISBN88-7092-057-7.
^ Dorothea Neumärker, Josef L. Hromádka. Theologie und Politik im Kontext des Zeitgeschehens, München, Chr. Kaiser Verlag, 1974, p. 38, ISBN3-459-00907-1.
^Gianfranco Ravasi, Il fattore "Q" nei Vangeli, in Il Sole 24 Ore, 1º giugno 2008.
(EN) William Baird, History of New Testament research, Vol. II: From Jonathan Edwards to Rudolf Bultmann, Minneapolis, Fortress press, 2002, ISBN0800626273.