Esterno[2] destro[3] di centrocampo o d'attacco[3] del Madureira negli anni cinquanta,[2][3][4][5] si distingue per essere un giocatore intrattabile e indisciplinato,[3] costantemente espulso.[3] Diplomatosi in educazione fisica a Rio de Janeiro,[3] dopo aver concluso la propria carriera calcistica prematuramente all'età di 26 anni,[2] si afferma nei decenni seguenti nel ruolo di allenatore in Messico,[1][2][4] rinomato anche tra colleghi illustri come Carlos Alberto Parreira.[1]
Ottiene notorietà allenando il Coritiba nel 1976.[3] Guida il Botafogo-SP,[3][4][7] nel 1977,[3][5] stagione durante la quale "boccia" Sócrates,[5] poi diventato uno dei calciatori più importanti nella storia del calcio brasiliano,[5] creando una formazione competitiva che si fa strada nel Paulistão –– vincendo la Taça Cidade de São Paulo,[1] corrispondente alla prima fase del torneo[1] –– ma che non riesce a vincerlo. Firma per il Palmeiras[3][4] nel 1977[1] e l'anno seguente[5] sfiora il titolo di campione del Brasile:[3][5] arriva alla doppia finale persa con il Guarani.[5] Successivamente è chiamato dall'Atlético Mineiro nel 1978, con cui disputa 14 match prima dell'esonero.[3] Allena anche sulla panchina del Corinthians, dove ritrova Sócrates:[1][4] vince due volte il campionato Paulista (1979 e 1983),[1][6] allenando per un totale di 147 incontri,[5][7] tuttavia, dopo essere subentrato a Mário Travaglini,[1] il suo secondo successo arriva durante la «democrazia corinthiana»[5][7][9] guidata dallo stesso Sócrates, i calciatori del club si autogestiscono e riescono a vincere il campionato statale.[9]
Nel 1985 è chiamato sulla panchina della nazionale dell'Iraq durante il periodo di Saddam Hussein,[1][2][4][5][9] del quale ottiene i favori:[1] l'allenatore brasiliano qualifica l'Iraq al campionato del mondo 1986, primo Mondiale per la nazionale mediorientale, la squadra è competitiva,[9] ma non riesce a ottenere nemmeno un punto nella fase a gironi con Messico, Paraguay e Belgio. Nel 1986 allena il Coritiba, poi torna prima al Corinthians nel biennio 1986-1987[1] poi in Messico, dove accetta l'incarico dell'América per la stagione 1987-1988:[4] Vieira subentra a Cayetano Rodríguez il 15 novembre 1987 e al termine dell'annata vince il campionato messicano battendo l'Pumas UNAM 4-2 nella doppia finale e il torneo Campeón de Campeones sconfiggendo 3-2 il Puebla nella doppia finale. Nella stagione successiva, si ripete in entrambe le competizioni: nella finale di campionato supera il Cruz Azul (5-4)[4] e in Supercoppa messicana, Vieira vince 2-1 ai supplementari in gara unica contro il Toluca. Allena anche la nazionale di El Salvador,[7]Puebla,[4][7]Tigres UANL,[4][7] e Fluminense[2][4][5] nel 1996,[7] terminando l'attività nel 1999, in Messico.[4] Nel gennaio 2007 ottiene l'incarico di direttore tecnico dell'America-RJ.[1]