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Radici è riconosciuto come un misto di realtà e finzione. Kunta Kinte era un mandingo, catturato nel villaggio di Jufureh in Gambia e trasportato ad Annapolis, dove fu venduto ad un proprietario terriero di Contea di Spotsylvania, Virginia. Vi è un monumento dedicato a Kunta Kinte ad Annapolis, uno dei pochi al mondo a portare il nome di uno schiavo africano. La targa fu rubata 48 ore dopo la sua installazione, nel 1991, probabilmente da parte del Ku Klux Klan. Non è mai stata ritrovata ed è stata sostituita due mesi dopo.
La vicenda ha inizio nel 1750 in Africa, precisamente a Jufureh in Gambia, con la nascita del protagonista, primo dei quattro figli del guerriero Omoro e di Binta Kebba. Haley descrive la severa educazione di Kunta e il rigore della formazione. A diciassette anni, mentre si trova lontano dal villaggio per cercare legna per realizzare un tamburo, Kunta è aggredito, catturato e fatto prigioniero da schiavisti bianchi. Lo scrittore descrive le umiliazioni che deve sopportare il giovane guerriero, tra le quali la marcatura a fuoco.
Kunta viene rinchiuso in una nave insieme ad altri 139 schiavi e portato in America. Dopo un viaggio di tre mesi, che solo 98 schiavi partiti dalla costa africana portano a termine, Kunta giunge in Maryland, dove è venduto a un grande coltivatore, che gli cambia il nome in Toby. Per il resto della sua vita Kunta non abbandona mai i suoi sogni di libertà e l'idea di fuggire. Sposa Bell Waller - anche lei schiava - e ha una figlia di nome Kizzy, che viene venduta pochi anni dopo per aver scritto una falsa autorizzazione di viaggio per un giovane schiavo di cui lei è innamorata. Il resto del libro racconta la storia delle quattro generazioni tra Kizzy e Alex Haley, descrivendo la loro sofferenza in America.
Storicità
Nel romanzo i personaggi e la genealogia sono presentati come realmente esistiti, a partire dal più affascinante, Kunta Kinte. Dato che fu sempre pressoché impossibile avere dettagli sulla vita di uno schiavo (tramandati oralmente o da documenti), molti di questi dettagli sono inventati, ma ciò da solo non ne metterebbe in dubbio la storicità (uno dei motivi del successo del libro). Inoltre Haley illustrò i suoi metodi di ricerca basati sull'analisi di documenti trovati in decine di biblioteche e altri archivi in tre continenti: America, Africa ed Europa[1].
Dopo la morte di Haley si poté cercare tra le sue carte: secondo un articolo pubblicato nel 1993 da Philip Nobile sulla rivista The Village Voice con il titolo Uncovering roots[2] non si trovarono conferme su Kunta Kinte, che quindi sarebbe stato un'invenzione letteraria.
Secondo il biografo di Haley, Robert J. Norrel, che ha avuto accesso alle numerose interviste[3] realizzate da Anne Romaine ad amici e collaboratori di Haley quando era ancora in vita, questi avrebbe rielaborato e drammatizzato[4] le storie di famiglia raccontate da sua Nonna e che includevano un antenato di nome Kunta Kinte[5]. L'effettiva esistenza del personaggio descritto da Haley non è quindi un fatto storicamente documentato, ma egli è stato parte della storia orale di una specifica famiglia. Storia che è stata effettivamente tramandata nel corso di generazioni[6], come ricostruito dai biografi di Haley.
Radici aveva subito violente critiche di molti storici fin dall'uscita[senza fonte]. Inoltre nel 1978 Haley fu condannato per plagio. Sempre secondo l'articolo di The Village Voice aveva copiato 80 passaggi dal romanzo di Harold CourlanderThe African; Robert J. Norrel, ha successivamente dimostrato che i passaggi incriminati erano "solo" tre o quattro[4].
Haley, che aveva già scritto una notissima biografia di Malcom X, fu in qualche modo protetto dai giudici[senza fonte] e fu condannato a pagare una multa di 650.000 dollari.
Interpreti
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Filmografia
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Libri
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«Then he began researching the family stories he had heard his grandmother Cynthia and the other old ladies tell on the porch on hot summer days. By the time I got to Hamilton, he had devoted four years of research in archives on three continents — North America, Europe and Africa.»
«His grandmother’s stirring stories of his ancestors—including Chicken George, Kizzy, Tom Murray, and Kunta Kinte—would later form the basis for Roots. [...] Then there was a devastating piece in the Village Voice, “Uncovering Roots,” in 1993, one year after Haley, by journalist Philip Nobile. “Nobile exaggerates Haley’s misdeeds,” Norrell emphatically states. “[Nobile claims] that there were 80 or 90 instances of copying, when there were only three or four instances.»