Leo Olschki nacque il 2 gennaio 1861 a Johannisburg, cittadina della Prussia orientale da una famiglia di tipografi ebrei. Apprese il mestiere di libraio a Berlino nella storica libreria di Calvary. Nel 1886 fondò a Verona la casa editriceLeo S. Olschki, che fu poi trasferita a Venezia e Firenze (1897). Olschki divenne famoso come uno dei maestri nella descrizione e valorizzazione del libro antico. Sovvenzionò inoltre giornali quali Giornale Dantesco e La Cultura, ma durante la prima guerra mondiale si spostò a Ginevra, in territorio neutrale. Olschki infatti non aveva la cittadinanza italiana, avendo mantenuto il passaporto tedesco, e fu costretto all'esilio. A Ginevra fondò la «salso» (acronimo di «Societé Anonime Leo S. Olschki»)[1].
Nel 1920, passata la guerra, tornò in Italia. Qui per la sua opera ottenne riconoscimenti come la nomina a Commendatore e Cavaliere di Gran Croce della Corona d'Italia[2], ma fu nuovamente costretto all'esilio a causa delle leggi razziali, poiché ebreo, e tornò per la seconda volta in Svizzera nel 1939, dove morì nel 1940.
Note
^Casa editrice Leo S. Olschki, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 21 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 22 maggio 2018).
^Cultura e scuola, vol. 26, Ente nazionale per le biblioteche popolari e scholastiche, 1987, p. 224. URL consultato il 21 maggio 2018.
Bibliografia
C. Frati, Editori italiani: Leo S. Olschki, in «L'Italia che scrive», IV, 1921, pp. 159–160.
L. S. Olschki, Aus den Erinnerungen eines Dante-Verlegers, in «Deutsches Dante-Jahrbuch», XV, 1915, pp. 132–140.
Alessandro Olschki (a cura di), Centotredici anni. Catalogo storico della Mostra, Firenze, Biblioteca nazionale centrale, 22 aprile-23 maggio 1999, Firenze, Olschki, 1999, ISBN8822247388.