Nel 1910 venne insignito dell'Ordine Reale di Santo Stefano d'Ungheria, mentre nel gennaio 1916 fu eletto arcivescovo di Olomouc dal capitolo della Cattedrale, elezione confermata successivamente dal papa. Rassegnò le dimissioni dalla carica nel 1920 dopo la violenta campagna politica del governo cecoslovacco contro i vescovi cattolici per ritirarsi in un convento.[4] Morì nella casa del fratello e fu sepolto nella cattedrale di Olomouc.
^Cf. Cronaca Contemporanea, ne "La Civiltà Cattolica", 52 (1901, II), pp. 601-602.
^Cf. D. Bracale, Mons. Nazareno Patrizi. Da Bellegra alla Corte Pontificia. Con Excursus: Araldica di Bellegra e pubblicazione dei componimenti di Mons. Nazareno Patrizi A Benedetto XV nella sua festa onomastica del 25 luglio 1919 e Sacro Ritiro Francescano, Roma, 2020, p. 25.
^Le sue dimissioni furono espressamente richieste dal nuovo governo cecoslovacco al Vaticano per ragioni politiche già nel 1918 ma egli le diede ufficialmente per motivi di salute. Ľuboslav Hromják, Pietro Gasparri, il governo cecoslovacco e la Slovacchia in Il cardinale Pietro Gasparri segretario di Stato (1914-1930), Heidelberg University Publishing, 2020, pp. 185-206. L'autore parla espressamente di "politica ecclesiastica di carattere persecutorio" per almeno dieci anni (p. 189). Andò molto peggio al suo successore a Praga (1916-1919), Pavel Huyn, che fu esiliato in Italia, dove morì nel 1946, anche se il Papa lo elevò al rango di Patriarca di Alessandria dei Latini e assistente al soglio pontificio. Sulla difficile situazione della Chiesa in Cecoslovacchia si veda la voce sul cardinale Clemente Micara, che fu il primo nunzio apostolico (1920-1923).