Questo nuovo ordinamento è entrato in vigore dal 1º settembre 2010, sostituendo in pianta stabile tutte le sperimentazioni, i progetti assistiti, i corsi liceali e le opzioni autonome di istituto d'arte precedentemente esistenti.
I quadri orari del nuovo liceo artistico riformato, strutturato nei sei indirizzi con biennio comune, sono i seguenti:[1]
4 Il laboratorio ha prevalentemente una funzione orientativa verso gli indirizzi attivi dal terzo anno e consiste nella pratica delle tecniche operative specifiche, svolte con criterio modulare quadrimestrale o annuale nell'arco del biennio, fra cui le tecniche audiovisive e multimediali
5 Indirizzo sperimentale attivo dal 2020
In tutti gli indirizzi è previsto l'insegnamento, in lingua straniera, di una disciplina non linguistica (CLIL) compresa nell'area delle attività e degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti o nell'area degli insegnamenti attivabili dalle istituzioni scolastiche nei limiti del contingente di organico a esse annualmente assegnato.
Storia e ordinamenti previgenti
Istituto d'arte
Gli istituti d’arte furono varati ufficialmente nel 1923,[2] nell'ambito dell'ordinamento italiano per l'istruzione artistica, al "fine di addestrare alla produzione artistica, a seconda delle tradizioni, delle industrie e delle materie prime regionali":[3] articolati come regie scuole d'arte (primo grado di istruzione artistica), regie scuole artistico-industriali (secondo grado di istruzione artistica) e regi istituti d'arte (terzo grado di istruzione artistica),[4] avevano un’offerta formativa fortemente influenzata dal rapporto territoriale tra arte e mestiere,[5][6] per tale ragione furono attivati a livello regionali eterogenee sezioni formative nelle arti minori o professionali, come oreficeria, ceramica, mosaico, stampa d'arte, decorazione e design, e nelle arti commerciali, come grafica pubblicitaria, fotografia, scenotecnica, moda, animazione e produzione filmica.[7]
Al termine dell'istituto d'arte, previo esame di Stato, si conseguiva il diploma di maestro d'arte che consentiva l'esercizio professionale o il proseguimento degli studi con ammissione diretta alle scuole di pittura, scultura, decorazione e scenografia delle accademie di belle arti.[8]
Per l'accesso agli altri corsi di formazione universitaria la legge n. 692/1970 istituì corsi di studi sperimentali in arte applicata[9][10] (al termine dei quali si conseguiva la corrispondente maturità).
L'ordinamento di studi degli istituti d'arte dal 1970 fino alla soppressione nel 2010, che si caratterizzava per una notevole preparazione nelle discipline umanistiche, artistiche e professionali, fu il seguente:
Con la riforma Gelmini gli ordinamenti di studio degli istituti d'arte furono soppressi, la formazione delle professioni nelle arti applicate (grafico, arredatore e vari designer) venne completamente trasferita alle accademie di belle arti, anch'esse oggetto di sostanziali riforme, e alle università,[6] e a partire dall'anno scolastico 2010/2011 gli istituti d'arte confluirono nei nuovi licei artistici, perdendo la specificità della formazione professionale-magistrale dei maestri d'arte.[11]
Sperimentazione liceale
La sperimentazione artistica nasce negli anni sessanta, quando il liceo artistico collegato all'Accademia di belle arti di Brera divenne una scuola a sé stante, come scuola preparativa agli studi artistici superiori in arti come pittura, scultura, grafica e beni culturali. Tale sperimentazione è divenuta popolare nel corso degli anni, e si sono sviluppati dei corsi tradizionali di durata quadriennale (più un anno integrativo per l'accesso all'università di sole 15 ore settimanali).
Sono state attivate anche due sperimentazioni quinquennali, con la denominazione Leonardo da Vinci e Michelangelo.
Sperimentazione Leonardo
La sperimentazione Leonardo presentava tre indirizzi laboratoriali: architettura e design, figurativo, catalogazione e conservazione dei beni culturali.
I corsi sperimentali assistiti "Progetto Michelangelo" sono stati attivati nel 1993, sia per la sperimentazione artistica sia per l'istituto d'arte. I corsi erano: restauro, architettura e arredo, pittura e decorazione pittorica, scultura e decorazione plastica, rilievo e catalogazione. Il piano di studi era il seguente:[12]
^Regio decreto (Italia) del 31 dicembre 1923, numero 3123: Ordinamento dell'istruzione artistica, Gazzetta Ufficiale del 7 febbraio 1924, numero 3.
^R.D.L. 21 gennaio 1935, n. 58: Classificazione dei regi istituti e delle regie scuole d'arte., in Gazz. Uff. 18 febbraio 1935, n. 41. Convertito in legge dalla L. 11 aprile 1935, n. 617..
^Regio decreto (Italia) del 21 gennaio 1935, numero 58: Classificazione dei regi istituti e delle regie scuole d'arte, Gazzetta Ufficiale del 18 febbraio 1935, numero 41.
^Economia domestica: Servizi specializzati di Alimentazione e Ospitalità. Prendersi cura di sé, degli altri e dell'ambiente, Pisa, Università degli Studi di Pisa, 2014.
^Decreto Legislativo del 16 aprile 1994, numero 297, articolo 207 (PDF), su archivio.pubblica.istruzione.it, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana numero 115 del 19 maggio 1994. URL consultato il 24 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2016).
«I diplomi di maestro d’arte sono rilasciati degli istituti d’arte [...]. Si tratta di titoli di studio di istruzione secondaria superiore, che, però, non danno accesso all’Università»