Alla fine del secolo, dopo un primo breve impiego nel corpo tecnico erariale come ingegnere dei canali demaniali, lavorò all'ufficio tecnico del comune di Firenze, occupandosi di acquedotti. Abbandonato ben presto il secondo impiego, iniziò l'attività di libero professionista.
Dal 1897 al 1908, seguì il progetto di massima e l'esecuzione dell'acquedotto di Siena.[2] In seguito, fece da consulente per l'acquedotto di Corfù e progettò quelli di Todi e di Grosseto. Nel 1913, iniziò l'attività universitaria presso la Regia Scuola degli Ingegneri di Padova, tenendo il corso di costruzioni idrauliche. Nel 1914, vinse il concorso per professore straordinario e venne posto a capo della sezione di costruzioni idrauliche dell'istituto idrotecnico di Stra, dove si distinse per i progetti d'impianti su base sperimentali e per la corposa produzione scientifica.
Nel 1919, fu professore ordinario di costruzioni idrauliche presso l'università di Pisa e, dal 1922 al 1938, su invito di Mario Corbino, allora ministro della pubblica istruzione, alla Regia Scuola di Roma, dove presto diventò il punto di riferimento di un gruppo di promettenti ingegneri, come Guido di Ricco, Roberto Colosimo, Francesco Sensidoni, Filippo Arredi e Pietro Frosini. Nel biennio 1937-38, prima del collocamento a riposo per raggiunti limiti di età, fu direttore dell'istituto di idraulica della facoltà di ingegneria di Roma.