membro della III commissione esteri (10 luglio 1968 - 24 maggio 1972)
membro della commissione parlamentare di vigilanze sulle radiodiffusioni (8 agosto 1969 - 24 maggio 1972)
VI
membro della III commissione esteri (25 maggio 1972 - 4 luglio 1976)
membro della commissione parlamentare di vigilanza sulle radiodiffusioni (2 agosto 1972 - 12 luglio 1973)
VII
vicepresidente della commissione d'indagine, richiesta dall'on. Vito Miceli, a norma dell'art. 58 del regolamento (29 settembre 1976 - 28 ottobre 1976)
membro III commissione esteri (5 luglio 1976 - 19 giugno 1979)
membro V commissione bilancio e partecipazioni statali (31 luglio 1976 = 7 novembre 1977)
membro rappresentanza italiana al parlamento europeo (6 ottobre 1976 - 19 giugno 1979)
membro della commissione d'indagine, richiesta dall'on. Vito Miceli, a norma dell'art. 58 del regolamento (28 settembre 1976 - 28 ottobre 1976)
membro della commissione d'indagine, richiesta dall'on. Manco,, a norma dell'art. 58 del regolamento (2 marzo 1977 - 19 maggio 1977)
Ex operaio alla Italsider, si iscrive alla DC nel 1945.
Nei primi anni della sua attività politica entra a far parte della dirigenza giovanile democristiana bergamasca, condividendo le riflessioni politiche e culturali con Lucio Magri e Giuseppe Chiarante. Entra a far parte della corrente de La Base nel 1953 e con i giovani della Terza Generazione del partito democristiano collabora alla redazione del giornale Il Ribelle e il Conformista, sfidando a Bergamo i fanfaniani di Enzo Zambetti, al tempo segretario provinciale del partito.[1] Nel 1965 è consigliere comunale a Milano. Nel 1968 è eletto deputato; successivamente viene riconfermato il suo seggio a Montecitorio per la VI e la VII Legislatura.
Dal 1976 al '79 è anche membro del Parlamento europeo con la carica di capo della delegazione democristiana.
Nella VIII Legislatura, passa al Senato; vi resterà fino all'XI Legislatura (durante la quale tra l'altro è eletto vicepresidente del Senato) che si conclude nel 1994.
Scioltasi la Democrazia Cristiana in seguito a "tangentopoli", aderisce al PPI di Martinazzoli. Nel 1994 non si ricandida al fine di favorire il rinnovamento istituzionale e nel 1999, durante il congresso del PPI tenutosi a Rimini, si dimette dal partito poiché ormai in rottura con le scelte dei vertici.
Muore il 1º dicembre 1999 a Milano, città in cui è vissuto[2].
Ha fatto parte della Sinistra DC, denominata "La Base"; inizialmente esclusi dalle scelte di vertice del partito, i componenti della corrente sono riusciti a entrare nel consiglio nazionale della DC solo nel 1957, anno in cui proprio Granelli vi è stato infatti chiamato.
È anche noto per aver diretto il periodico politico Lo Stato Democratico.
L'apertura a sinistra articolo di Luigi Granelli, pubblicato sulla rivista Politica il 10 agosto 1957. Sito storiadc.it. URL visitato il 6 maggio 2013.