Il museo sorse nel 1920, per volere dell'allora Soprintendente alle Gallerie di Bologna e della Romagna, Francesco Malaguzzi Valeri. Egli raggruppò in questa istituzione la Quadreria Davia Bargellini e la raccolta d'arti applicate "Curiosità della vecchia Bologna" di varia provenienza, al fine di ricostruire un appartamento arredato del Settecento bolognese.[1]
Le collezioni
L'allestimento rispecchia tuttora quello originario e comprende due nuclei distinti: la galleria di dipinti e la raccolta d'arti applicate.
La raccolta di oggetti d'arte applicata include una variegata ed eclettica collezione di oggetti assai diversi: ferri battuti, bronzi ornamentali, chiavi e paramenti liturgici finemente ricamati, nonché una Berlina di Gala tardo settecentesca, dipinta e dorata, con intagliato lo stemma cardinalizio di Filippo de Angelis. Oltre al mobilio e alle suppellettili tipiche del Settecento bolognese, il museo comprende un raro teatrino per marionette e una riproduzione in miniatura dell'interno di un'abitazione privata del XVIII secolo.[1]
Completano la collezione diversi esemplari di ceramica graffita, fra cui boccali trecenteschi di fabbricazione romagnola e centro-italiana, e opere bolognesi rinascimentali, rinvenute durante gli scavi svolti a inizio Novecento nel centro cittadino.[1]