La pace di Cateau-Cambrésis (2-3 aprile 1559) fu un trattato di pace che definì gli accordi che posero fine alle guerre d'Italia tra la Francia e gli Asburgo di Spagna e Austria. Fu una pace di compromesso. La Francia, in cambio dell'acquisizione di Calais e dei Tre Vescovati, rinunciò alle proprie pretese sui domini italiani degli Asburgo di Spagna (Napoli, Sicilia, Sardegna, Milano). Circa metà Italia finì sotto dominazione spagnola, mentre l'altra metà rimase indipendente (anche se in larga parte composta da feudi imperiali, dipendenti formalmente dagli Asburgo d'Austria).
Il primato asburgico in Italia muterà con la guerra di successione spagnola e le altre guerre di successione settecentesche, quando l'Austria prenderà il possesso di Milano e insedierà rami cadetti della sua casata negli altri feudi dell'Italia imperiale. Si passerà così da un primato spagnolo ad uno austriaco, cui l'Italia porrà fine, esclusa la parentesi napoleonica, solo durante il Risorgimento.[1]
La Francia e gli Asburgo (che si erano da poco divisi in due linee dinastiche: spagnola e austriaca) si erano combattuti quasi continuamente negli ultimi 65 anni, con qualche intervento inglese a favore dell'Impero asburgico e con l'intervento dell'Impero ottomano a fianco della Francia.
La Repubblica di Venezia manteneva intatti i suoi domini di terraferma, al di fuori della giurisdizione asburgica. Emanuele Filiberto I di Savoia, Duca di Savoia, sposò Margherita, sorella di Enrico II, e Filippo II ne sposò la figlia, Elisabetta di Valois. Dichiarò poi la sua neutralità tra Francia e Spagna. Anche il Papato rimase indipendente e, approfittando della pace tra Francia e Asburgo, portò a compimento il Concilio di Trento.
Note
^ R. Ago e V. Vidotto, Storia moderna, Roma-Bari, Laterza, 2009, p. 60, ISBN978-88-420-7243-0.
^Enrico II morì tre mesi dopo in un torneo tenuto proprio per festeggiare la pace: egli fu colpito a un occhio da una scheggia della lancia spezzata di Gabriele di Lorges, duca di Montgomery, capitano della Guardia Scozzese del Re, che raggiunse il cervello e provocò la sua morte.