Intraprende la carriera politica nella Democrazia Cristiana, assumendo le cariche di consigliera comunale di Vanzago (Lombardia), consigliere e assessore regionale della Lombardia, con incarichi di giunta in diversi periodi: assessore al Coordinamento per i Servizi Sociali, Assessore alla Sanità, Assessore al Bilancio. Coinvolta nel 1995 in un'inchiesta sulla spartizione politica delle ASL lombarde, fu prosciolta per l'intervenuta abolizione del reato di abuso d'ufficio non patrimoniale.
È rieletta senatrice nella regione Lombardia nel 2001, ma si dimette nel 2004 per incompatibilità e viene sostituita da Roberto Biscardini. Nel 2002 ha aderito alla Margherita, di cui ha svolto il ruolo di coordinatrice nella provincia di Milano.
È membro della Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia; della Commissione per l'occupazione e gli affari sociali; della Delegazione alla commissione parlamentare mista UE-Cile; della Delegazione alla commissione parlamentare mista UE-Messico. Ha scritto e portato all'approvazione del Parlamento europeo il 19 febbraio 2009 il suo Rapporto di Iniziativa sull'Economia sociale di mercato per un maggiore riconoscimento culturale e giuridico di tutte le realtà del mondo associativo, delle imprese sociali, delle cooperative, delle fondazioni e delle mutue.
Ai referendum abrogativi del 2005 dichiara di astenersi "per dire no"[1], in conformità con le indicazioni di voto della CEI volte a far fallire il referendum per mancanza di quorum, come poi avvenuto.
Dal 2009 è riconfermata parlamentare europea eletta nelle liste del Partito Democratico e facente parte del Gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo (S&D) di cui è vicecapogruppo. Vicepresidente della Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia. Componente della Delegazione all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE; membro sostituto della Commissione per lo sviluppo e la Delegazione per le relazioni con il Mercosur.
Nel 2013 si astiene nella votazione sul Rapporto Estrela sui diritti sessuali e riproduttivi, con altri 6 europarlamenti PD, in dissenso rispetto alle indicazioni di voto del gruppo parlamentare S&D, facendo così passare una mozione del centro-destra (PPE, ECR, EFD)[2], in quanto "non c'era motivo di votare contro" la mozione del PPE.[3]
Il 22 luglio 2014 viene eletta con 19 voti capodelegazione al Parlamento europeo del PD, che, con 31 eurodeputati, è la maggiore forza politica all'interno del gruppo europeo S&D. Tale scelta ha suscitato qualche dissenso in alcune frange del partito per i suoi pareri contrari alle nozze gay.[5]
Nel maggio del 2024, in occasione delle elezioni europee, viene nuovamente ricandidata nella lista del PD per la circoscrizione nord-occidentale.[7][8] Tuttavia si piazza nona in lista con quasi 30.000 preferenze non venendo rieletta dopo 20 anni.[9]
Note
^Europa (PDF), su patriziatoia.info. URL consultato il 27 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2014).