Piazza della Vittoria è una delle piazze più centrali e grandi di Genova, situata a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Genova Brignole e dal moderno centro direzionale di Corte Lambruschini.
La zona adiacente alla piazza risulta abitata da epoche molto antiche. Durante gli anni '80, infatti, nell'ambito dei lavori per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo e per la risistemazione della piazza, vennero ritrovati i probabili resti di una palafitta, datata in un periodo compreso tra il 4790 a.C. e il 4460 a.C.. Un paio di decenni dopo, nella zona vicina alla stazione di Brignole, venne ritrovato un muro a secco lungo 12 m (ritenuto dopo gli studi il muro di contenimento di una strada) con vicino resti di focolari e di un canale, risalente a un periodo a cavallo tra il III e il II millennio a.C.. Questi ritrovamenti hanno indotto gli archeologi a credere che in antichità fossero presenti in zona insediamenti significativi e che nella vicina foce del torrente Bisagno fosse presente un antico porto fluviale.[1][2]
Prima della realizzazione della piazza della Vittoria negli anni trenta del Novecento, esisteva in quest'area pianeggiante, oltre all'ampia foce del torrente Bisagno, un vasto prato, ricavato dalla demolizione, avvenuta nel 1892 in occasione delle manifestazioni per i quattrocento anni dalla scoperta dell'America, delle cosiddette Fronti Basse sul Bisagno, che costituivano il fronte della cinta muraria levantina del Seicento. Tale spianata, oltre a essere luogo di passeggiate per la popolazione, fu sede di esposizioni, a cominciare dalle stesse Colombiane del 1892,[3] parate e luna-park.[4] Nella spianata aveva tenuto i suoi spettacoli anche il circo di Buffalo Bill, quando nella sua tournée in Europa aveva fatto tappa a Genova all'inizio del Novecento; dell'avvenimento resta una significativa documentazione fotografica.[5][6] Una piccola area di questa spianata era dedicata al gioco del pallone e alle prime uscite in velocipede.
Negli anni novanta è stato realizzato sotto la piazza, in corrispondenza dell'Arco della Vittoria, un parcheggio sotterraneo, che affianca l'area all'aperto anch'essa adibita a parcheggio. Durante gli scavi del parcheggio vennero alla luce le fondamenta delle precedenti Fronti Basse. Il parcheggio è stato dato in concessione alla APCOA Parking AG per 99 anni.[11]
Nel 2004 la piazza fu la sede di partenza del cronoprologo della prima tappa dell'87º Giro d'Italia in cui Luca D'Alessandro arrivò secondo dopo Bucci.
Dal settembre 2009 la piazza ospita annualmente l'"Oktoberfest Genova"; l'unico Oktoberfest ufficialmente riconosciuto dalle autorità bavaresi.[12]
È anche una fra le piazze più grandi della città, che, per la sua struttura urbanistica e per la particolare orografia, non può contare su grandi slarghi quanto piuttosto - specie in prossimità del centro storico - su anguste piazzette ancora articolate su quello che era l'aspetto topografico della città in epoca medioevale.
Fino all'inizio del XX secolo era chiamata "Piazza di Francia": prima che avvenisse la copertura del torrente Bisagno, che la ripercorre perpendicolarmente al mare, la piazza - alla quale si accedeva dall'antica Porta Pila, che apriva sulla Corte Lambruschini (un tempo Borgo Pila) - era adibita a luogo di raduno per parate militari e, come tale, era conosciuta dai genovesi come la Piazza d'Armi (e tutt'oggi è sede di parate in occasione di manifestazioni di carattere ufficiale).
Mentre sul lato ovest si accede a via XX Settembre e a piazza De Ferrari, al lato est della piazza, la copertura del Bisagno (su cui corre il viale delle Brigate Partigiane) porta al quartiere fieristico della Foce e al rinomato corso Italia, la passeggiata a mare per antonomasia dei genovesi.
Nel prato inclinato tra le due scalinate sono raffigurate nell'erba le tre caravelle di Colombo.
L'edificazione della piazza, come evidenzia l'architettura degli eleganti palazzi in marmo travertino, risale all'epoca fascista, e più precisamente a metà degli anni trenta, su progetto dell'architetto Marcello Piacentini, che si avvale, soprattutto per la realizzazione dei palazzi, della collaborazione di architetti locali. Infatti sono coinvolti anche Beniamino Bellati e lo scultore Giuseppe Dazzi per i palazzi Jacazio, Cristoforo Ginatta per il Palazzo Nafta, un tempo sede della Shell italiana[17], Giuseppe Tallero per il Palazzo Angiolini. Lo stesso Piacentini progetta il Palazzo INPS ed insieme a Aldo Camposampietro i palazzi Garbarino e Sciaccaluga; insieme agli artisti Dazzi e Edoardo De Albertis è l'autore dell'Arco della Vittoria (Monumento ai Caduti, 1924-31).[18]
^È ritornato il circo, in Genova. Rivista del Comvne, n. 5, Genova, Bozzo & Coccarello, maggio 1942, p. 16.
^ Michele Perrone, Il Far West sulla spianata Bisagno, su Associazione Filatelico-Numismatica "La Lanterna" (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2004).