Il Pontificio collegio greco di Sant'Atanasio (in latinoIuris Pontificii Collegium ritus Graecae Sancti Athanasii; in greco antico: Βυζαντινό Κολλέγιο Αγίου Αθανασίου?) è un collegio pontificio a Roma che osserva il rito bizantino, con lo scopo di formare sacerdoti secondo il proprio rito.
Venne fondato nel 1577 da papa Gregorio XIII come collegio e seminario per la formazione dei sacerdoti e seminaristi della minoranza religiosa albanese dell'Italia meridionale (arbëreshët), che professa il rito greco-bizantino e da tempo chiedeva al papa una propria istituzione che rispettasse i propri riti. Successivamente e più recentemente si affiancarono ad essi seminaristi originari del Levante e qualunque luogo d'Europa o del Mediterraneo dove fosse diffuso il rito bizantino: arabi melchiti, ungheresi, slovacchi, albanesi d'Albania, greci, rumeni, bulgari, bielorussi, cechi, etc; nei secoli scorsi, prima dell'erezione di collegi autonomi, anche studenti ucraini e ruteni. Ha ospitato anche rappresentanti del mondo Ortodosso. Il suo santo patrono è Sant'Atanasio. La chiesa collegiale è la chiesa di Sant'Atanasio, chiesa titolare della comunità di rito greco-bizantino a Roma e cappellania per gli italo-albanesi residenti nella capitale e in tutto il Lazio.
Il collegio ha sede in via del Babuino 149.
Il pro-rettore è Maciej Pawlik O.S.B., il pro-rettore aggiunto Giovanni Xanthakis.
La sua fondazione risale al cardinale Giulio Antonio Santorio; questi, come protettore dei monaci basiliani, istituì una congregazione riformata per il rito greco-bizantino[1] nel 1573, da cui sviluppò l'idea di un seminario per la formazione dei seminaristi di rito orientale provenienti dalle colonie albanesi del sud Italia, praticanti il rito bizantino.
La seconda metà del XVI secolo, infatti, vede sorgere in Roma i primi collegi pontifici per il clero. Dopo il Collegio Romano (1551) e quello Germanico (1552), papa Gregorio XIII fonda e approva con bolla del 13 gennaio 1576 il Collegio Greco "pro Graecis ritus" destinato ad accogliere ed istruire il clero delle comunità albanesi d'Italia di rito orientale che, dopo la conquista dal XV sec. dei territori loro dei Balcani e della Morea da parte degli ottomani, dovettero migrare esuli nel sud Italia. I sacerdoti che istruiva erano anche destinati, attraverso le missioni di Propaganda Fide, ad opporsi all'espansione turca nelle ex terre bizantine della Penisola balcanica e impedire altresì l'eventuale diffusione della riforma protestante, quanto ad aiutare a riportare le Chiese orientali in comunione con Roma.
Tra il 1576 e il 1577 il collegio fu ospitato da diverse case in via di Ripetta a Roma, finché nel 1577 trovò una dimora permanente in un complesso di nuove costruzioni sull'allora strada Paolina che in quegli anni stava assumendo il nome attuale di Via del Babuino da una statua romana raffigurante un sileno.
Per molti anni i seminaristi del Collegio osservarono il rito bizantino e rigettarono il rito latino, portando a continue divergenze con i seminaristi che usavano il rito latino. La disputa fu risolta da papa Leone XIII, che citando il documento Allatae Sunt del 1755 di papa Benedetto XIV afferiva alla validità di entrambi i riti. Egli sottolineò che la chiesa di Sant'Atanasio ha quattro altari latini e quindi entrambi i riti potevano essere praticati su un piano di parità.
La facciata attuale del Collegio risale al rinnovamento dell'edificio ad opera di Clemente XIII nel 1769, come ricorda la lapide sulla facciata.
La collezione di arte religiosa del collegio comprende opere di Francesco Traballesi.
Note
^Il Collegio fu nominato come "Greco" poiché intendeva precisare quale rito fosse praticato (il rito orientale) per differenziarlo da quello romano-latino, e non si riferiva affatto all’etnia dei suoi studenti seminaristi o praticanti.