Il suo sapore forte era dovuto all'ingrediente principale che interveniva nella composizione della salsa, il pesce (forse l'acciuga).
Citazioni
Archiloco, paragonato alla salsa per la sua asprezza
Sopravvivono diverse citazioni dell'intingolo. L'identificazione con l'isola faceva sì che, a volte, la salsa fosse chiamata, semplicemente, Θασία (Tasia), come riporta il Liddell-Scott con alcuni esempi[3].
È citata nel primo di tre versi del frammento 6 K. degli Archilochi di Cratino, tramandati nei Deipnosofisti di Ateneo:
«Hai visto la salsa di Taso che cosa mai abbaia / come si è vendicata bene, subito e all'istante / non sembra proprio che il cieco abbia parlato a un sordo»
Augustus Meineke, nella sua edizione dei frammenti dei comici, riteneva che, in tale frammento, la citazione della salsa fosse una metafora dietro la quale si celasse un'allusione ad Archiloco[4], con un paragone tra l'asprezza della salsa e l'acredine della sua espressione poetica, ma anche, allo stesso tempo, con un riferimento alla sua origine dall'isola greca. Per Wilamowitz, così come per altri autori, la metafora va completata con l'identificazione di Omero con "il cieco" del terzo verso citato che si rivolge a un sordo[5].
Il primo verso è riportato anche dallo scolio ad Archiloco (Ach. 671 a I), nel quale lo scoliaste afferma: "Sembra che l'intingolo fosse chiamato Tasio dai pesci cotti sul fuoco".
Roberto Pretagostini, Archiloco "Salsa di Taso" negli "Archilochi" di Cratino (fr. 6 K.), in Quaderni Urbinati di Cultura Classica- nuova serie, vol. 11, Accademia Editoriale, 1982, pp. 43-52, JSTOR20538726.