Il Sega Master System (セガ・マスターシステム?, Sega Masutā Shisutemu), in Giappone Sega Mark III (セガマークIII?, Sega Māku Surī)[1], è una console per videogiochi a 8 bit basata su cartucce e distribuita in Giappone a partire nel 1985 e nel resto del mondo a partire dal 1987, sino al 1996.
Diretto successore del SG-1000, è stato lanciato sul mercato per competere con il Famicom prodotto da Nintendo.[3] Della console sono state vendute 13 milioni di unità[4], contro le oltre 60 milioni del concorrente.[5] Il Master System è considerato una delle piattaforme più longeve soprattutto per via della sua popolarità in Brasile, qui commercializzato anche dopo i primi anni 2000.[8]
Nell'ottobre 1985SEGA mise in commercio in Giappone il Sega Mark III per competere con la console Nintendo, distribuita nello stesso periodo nel mercato statunitense con il nome di Nintendo Entertainment System. La piattaforma era simile nell'aspetto al SG-1000 II ma presentava alcune migliorie hardware in particolare per il reparto grafico e per quanto riguarda il sonoro.[3] Era inoltre l'unica console della linea dotata di una copertura che preveniva l'accumulo di polvere in corrispondenza dello slot per le cartucce.[9] Il Mark III, venduto al prezzo di lancio di 15 000 yen[1][3], non fu un successo commerciale.[10] A un anno dalla introduzione della piattaforma ne furono vendute 1 milione di copie.[6][11]
La commercializzazione nel mondo
Accessori per Sega Master System, le due versioni del PAD, pistola ottica Light Phaser, occhiali 3D SegaScope 3-D glasses
Il Mark III venne poi ridisegnato per essere venduto al di fuori del Giappone con il nome di Sega Master System.[12] Sebbene la piattaforma presentasse evidenti modifiche estetiche, in particolare per quanto riguarda la forma e il colore, le specifiche hardware erano identiche,[13] ed era venduta con il gioco Hang-On e Safari Hunt; quest'ultimo nella versione che includeva una pistola ottica denominata Light Phaser.[14] Inoltre tale versione aveva anche una uscita S-Video; nel 1987 una nuova versione della console venne distribuita in Giappone: oltre all'aggiunta del FM Sound Unit (opzionale nel Mark III[15]) dotato di un chip sonoro Yamaha YM2413, prevedeva il Rapid Fire Unit e gli occhiali 3D (SegaScope 3-D glasses), venduti in Occidente come accessori esterni.[16]
Per garantire la retrocompatibilità con i videogiochi per SG-1000 la prima versione del Mark III e il Sega Master System prevedevano uno slot per le Sega Card; alcuni dei videogiochi per la console, tra cui Ghost House, My Hero e Super Tennis, sono stati prodotti in questo formato[17] mentre le cartucce da 1 MB del Master System distribuite in Europa e in America sono fisicamente differenti da quelle utilizzate dal Mark III.[18]
Al fine di contrastare il grandissimo successo che il Nintendo Entertainment System ebbe negli USA,[3] nel 1988 Sega strinse un accordo con Tonka per provare a migliorare le vendite del Master System.[3] L'ultimo gioco giapponese presentato per la console fu Bomber Raid che uscì il 4 febbraio 1989.[6][21]
Il Sega Master System II
Sega Master System II
La console non riuscì tuttavia ad avere successo sul concorrente NES (si stimava che in quel periodo che per ogni console SEGA venduta, la Nintendo riuscisse a vendere sedici NES)[3] e lo scarso interesse della Nintendo nel mercato europeo, spinse SEGA a riacquistare i diritti di distribuzione da Tonka e produrre nel 1990 una nuova versione della console dal design più moderno, denominata Sega Master System II, rimuovendo alcune funzionalità, come l'uscita S-Video e lo slot per le Sega Card al fine di ridurre i costi di produzione;[3][14] ma al contrario della versione precedente aveva come gioco integrato Alex Kidd in Miracle World o, successivamente, Sonic the Hedgehog.
La dismissione e il successo postumo in Brasile
Intanto l'hardware del Sega Master System venne utilizzato per la realizzazione nel 1990 del Game Gear, una console portatile che doveva competere con il Game Boy, prodotto da Nintendo l'anno precedente. Nonostante la presenza di uno schermo LCD a colori e la possibilità di giocare i videogiochi del Master System tramite apposita periferica, anche il Game Gear non riscosse lo stesso successo della console rivale. La console fu dismessa solo nel 1996 in seguito al lancio del Sega Saturn.[3]
Cartuccia, confezione e istruzioni del gioco Forgotten Worlds per la console.
Tuttavia in Brasile la console ebbe maggior successo rispetto allo stesso mercato europeo, grazie all'accordo stretto con Tectoy.[22][23] Durante gli anni 1990 l'azienda sudamericana ha prodotto ulteriori versioni della piattaforma come il Master System Compact e il Master System Super Compact, oltre ad occuparsi della localizzazione di molti giochi in lingua portoghese, in alcuni casi sostituendo i protagonisti con personaggi più noti nel paese. Oltre a varie conversioni di titoli per Game Gear adattati per l'hardware della console, nel 1997 venne prodotta anche una versione di Street Fighter II, ispirata ai giochi della serie Street Fighter prodotti per Sega Mega Drive. La console venne commercializzata nel Paese sudamericano anche nel corso degli anni 2000; nel 2008 Tectoy ha distribuito una versione della console denominata Master System III.[24]
Specifiche tecniche
NEC µPD780CVista posteriore del Sega SG-1000 Mark III
Uscita A/V: fornito tramite un modulatore RF (tramite connettore RCA), in alcuni modelli è presente anche una porta alternativa capace di fornire il video composito e RGB (tramite connettore DIN 8 PIN); Le porte a disposizione sono differenti a seconda della versione e mercato di destinazione.
^Retro Gamer 44, p. 50: «Because it faced off against Nintendo's Famicom in Japan, [SG-1000 Mark III] didn't sell particularly well and was swiftly dropped when the Mega Drive hit the market.»
^(EN) Business Japan, vol. 31, Tokyo, Nihon Kogyo Shimbun, 1986, p. 89.
«Sega is estimated to have sold 1 million units already. Exports of Sega Mark III will be promoted in the future.»
(EN) Retroinspection: Sega Master System, in Retro Gamer, n. 44, Bournemouth, Imagine Publishing, novembre 2007, pp. 48-55, ISSN 1742-3155 (WC · ACNP).