Gli Skalviani e le altre tribù baltiche nel 1200 d.C. circa. I balti orientali sono in tonalità marroni, mentre i balti occidentali sono in verde. I confini sono approssimativi
La regione si estendeva su entrambe le sponde del fiume Memel, a nord della Nadruvia e a sud della Samogizia. Nel nord-est i confini possono ricercarmi nei pressi dei fiumi Šešupė, Ežeruona e Jūra, siti a sud-est della moderna Lituania. A est confinava con la Sudovia, a nord-ovest toccava il fiume Minija, a ovest la laguna dei Curi e a sud-ovest il fiume Gilija. Gli insediamenti principali erano Rusnė, Ragainė e Tilžė.[1]
Nome
Il significato è incerto: potrebbe derivare da skalwa "scheggia (oppure vivere separati)" o skalauti, "tra le acque". Secondo le leggende prussiane, il nome della tribù deriverebbe da uno dei figli del re Widewuto di nome Schalauo.
Storia
È possibile stimare la presenza di skalviani per via dei luoghi di sepoltura in cui sono presenti resti cremati e, talvolta, tombe di cavalli. A giudicare dagli scavi, si presume che tali comunità fossero collegate ad altri balti occidentali, quali i curi.[2] Tipiche reliquie sepolcrali scaloviane sono state ritrovate a Strewa, Skomanten, Jurgaiten, Nikeln, Paulaiten, Wilku Kampas, Weszaiten, Greyszönen, Lompönen e Wittgirren.
Il più importante centro della Scalovia era costituito da Ragnit e dalla sua fortificazione. Pietro di Duisburg descrive un castello di legno che non poteva essere conquistato con la forza o inducendo gli occupanti alla fame perché gli abitanti della fortezza avevano costruito un lago artificiale al suo interno pieno di pesci. Gli assaltatori dovettero incendiare il castello.[3]
Nel 1276–1277, la Scalovia fu conquistata dai Cavalieri Teutonici. Nelle cronache, vengono menzionati i nobili Sarecka (Sareikā), Surbantas, Svirdotas e Surdota. Nel 1281, Jondele Schalwithe ottenne il primo "Landesprivileg" e nel 1289 fu costruito il castello dell'ordine a Ragnit.[4] Tra il 1281 e il 1383 furono assegnati nuovi diritti ai luoghi espugnati. Nel 1411, viene testimoniata una campagna dei samogizi avviata dal loro capo, Rumbaudas Valimantaitis, contro i castelli di Ragnit, Tilsit e Splitter.
Gli ultimi riferimenti agli skalviani risalgono al 1542 (in cui si parla di coloro che risiedevano nel castello di Ragnit) e al 1563 (con riguardo agli abitanti di Splitter).