Il 7 dicembre 1941, giorno dell'attacco di Pearl Harbor e dell'entrata degli Stati Uniti nella seconda guerra mondiale, il Porter si trovava in navigazione al largo delle Hawaii, essendo salpato da Pearl Harbor giusto due giorni prima dell'attacco giapponese; nei giorni seguenti pattugliò le acque hawaiane in formazione con altri incrociatori e cacciatorpediniere, prima di scortare un convoglio diretto verso la costa occidentale degli Stati Uniti il 25 marzo 1942. Continuò in seguito a operare lungo la costa ovest, pattugliando le acque di casa e scortando convogli[1].
Rientrato a Pearl Harbor alla metà di agosto 1942, il Porter condusse missioni di addestramento nella zona delle Hawaii fino al 16 ottobre seguente, quando fu inserito nella Task Force 16 del viceammiraglioThomas Kinkaid come unità di scorta per la portaereiUSS Enterprise diretta verso le isole Salomone per prendere parte alla campagna di Guadalcanal contro i giapponesi. Il 26 ottobre il Porter fu quindi impegnato in azione nel corso della battaglia delle isole Santa Cruz, fornendo fuoco antiaereo contro i ripetuti attacchi dei velivoli decollati dalle portaerei nipponiche. Intorno alle 10:00 il cacciatorpediniere fu colpito in pieno da un siluro: non è chiaro se l'ordigno sia stato lanciato da un sommergibile giapponese[1] (forse lo I-21[3]) o se al contrario sia partito per errore da un aerosilurante statunitense Grumman TBF Avenger della Enterprise, ammarato a fianco della nave dopo aver terminato il carburante[4]. Ad ogni modo, il siluro causò gravissimi danni oltre a 15 morti tra l'equipaggio; il salvataggio dell'unità si rivelò impossibile e, dopo aver evacuato l'equipaggio, il cacciatorpediniere USS Shaw lo finì con il fuoco dei suoi cannoni[1][2].
La nave ricevette una battle star per il suo servizio in guerra[1].