Le montagne della zona sono caratterizzate da rocce ultrabasiche dalle quali traggono origine suoli poco adatti all'agricoltura; la valle si presenta nella sua parte terminale cosparsa di estese pietraie di colore rossiccio e culmina con il Monte Colombano. A cavallo tra la Val Ceronda e la conca di Givoletto si trova la Riserva naturale integrale della Madonna della Neve sul Monte Lera, l'unica area protetta di questo tipo del Piemonte, che è stata istituita nel 1984 per tutelare una stazione di un raro endemismo vegetale, l'Euphorbia gibelliana Peola.
Valli laterali
Vallone del Rio Tronta
Monti principali
Il monte Colombano
La valle è contornata dalle seguenti cime (in senso orario):
Il ritrovamento in zona di vari reperti archeologici testimonia come i romani avessero colonizzato questi territori attorno al I secolo a.C. mescolandosi e sovrapponendosi alla preesistente popolazione celtica.
In epoca medioevale la valle fu il nucleo dei vasti domini dei potenti Visconti di Baratonia,
ai quali si deve tra l'altro la costruzione dell'insediamento i cui pochi resti sono ancora oggi visibili nei pressi di Baratonia (Varisella). Vari reperti rinvenuti sul posto sono invece stati raccolti nell'"Antiquarium del Castello di Baratonia", situato a Varisella in via Cabodi.[1] I visconti, inizialmente alleati dei Savoia, si schierarono con i Marchesi del Monferrato e, dopo un lungo conflitto che terminò nel XIV secolo, ebbero la peggio e passarono sotto il dominio della casata regnante. La Val Ceronda fu quindi infeudata alla nobile famiglia d'Harcour (o D'Harcourt[2]), di origine ligure, anche in seguito a complesse vicende matrimoniali, e seguì le vicende storiche dell'area torinese.
Fino al diffondersi dell'industrializzazione le principali attività economiche della zona furono l'allevamento e un'agricoltura non troppo fiorente a causa della scarsa fertilità dei suoli.
Durante la Resistenza in valle si insediò un contingente partigiano che curava l'approvvigionamento dei reparti insediati all'interno delle Valli di Lanzo attraverso ai sentieri che collegano la Val Ceronda alla Valle di Viù.
La vallata, assieme alla Val Casternone e ad alcune aree contigue dalle basse Val Susa e Valli di Lanzo, appartiene geologicamente al Complesso Ultrabasico di Lanzo, ed è caratterizzata da suoli ricchi di magnesio derivanti dalla degradazione delle rocce ultrabasiche tipiche del complesso. Un'altra caratteristica legata a questo tipo di rocce è la presenza di imponenti block stream, ossia estese coperture detritiche formate da blocchi rocciosi di dimensioni che variano da qualche decimetro ad alcuni metri. Tali formazioni partono spesso dalla cresta spartiacque tra le vallate confinanti e possono a volte scendere fino a lambire i corsi d'acqua che scorrono al fondo di tali vallate.[4]
Turismo, rifugi alpini
In Val Ceronda, data anche la bassa quota, non esistono rifugi alpini, ma solo alcune strutture ricettive come alberghi e agriturismi.
Note
^Museo Diffuso del Territorio di Varisella, scheda della Soprintendenza Archeologia del Piemonte, vedi archeo.piemonte.beniculturali.it
^Unione Montana di Comuni delle Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, www.unionemontanavlcc.it (consultato il 18 settembre 2018)
^ Luca Paro (Arpa Piemonte, Geologia e dissesto), Introduzione, in Il ruolo dei processi criotici nell’evoluzione del paesaggio alpino: il caso di studio dei block stream del Complesso Ultrabasico di Lanzo (Alpi occidentali italiane), Arpa Piemonte, 2011, ISBN9788874791002. URL consultato il 12 maggio 2024.