mag. 1943: XI. Fliegerkorps giu. 1943: Heeresgruppe D ago. 1943: XIV. Panzerkorps ott. 1943: LXXVI. Panzerkorps feb. 1944: XIV. Panzerkorps giu. 1944: LXXVI. Panzerkorps nov. 1944: XIV. Panzerkorps gen. 1945: I. Fallschirmkorps
Due paracadutisti della 1. Fallschirmjäger-Division in una pausa dei combattimenti sul fronte di Cassino.
Il Fallschirmjäger-Regiment 3 (3º reggimento paracadutisti) in forza alla divisione si lanciò il 12 luglio in Contrada Passo Martino, prendendo parte alla battaglia del Simeto e fra Agnone Bagni e Lentini. Il reggimento fu l'ultima unità tedesca ad abbandonare l'isola italiana, il 17 agosto. Il Fallschirmjäger-Regiment 4 fu invece impegnato contro i reparti della quinta armata statunitense sbarcati a Salerno in settembre, ritirandosi poi assieme al resto della divisione verso nord, offrendo una tenace resistenza a Montecassino dal gennaio al maggio 1944, venendo soprannominati dagli Alleati "diavoli verdi".[2]
Fortemente provata da quasi tre mesi di attacchi continui, la divisione venne trasferita nel settore adriatico, dove iniziò una lunga marcia difensiva verso nord, destinata a condurla nella zona tra Imola e Bologna, a sostegno della linea difensiva tracciata lungo il fiume Senio. La divisione trascorse buona parte del gennaio e del febbraio 1945 impegnata in piccole operazioni sull'Appennino tosco-emiliano, mentre a marzo cedette alcuni elementi alla nuova 10ª Fallschirmjäger-Division). La divisione, dopo lo sfondamento Alleato, iniziò a ripiegare in direzione di Rovereto, ma non riuscì mai a raggiungere la città trentina: venne infatti intercettata nel Veneto da truppe statunitensi, pochi giorni prima della resa delle forze tedesche in Italia (2 maggio 1945).[4]