La 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS" (16ª divisione di fanteria meccanizzata delle Waffen SS "Reichsführer") fu costituita nel novembre 1943,[1] in seguito all'ampliamento della Sturmbrigade Reichsführer-SS (Brigata d'assalto Reichsführer-SS), con l'arruolamento di volksdeutsche.[2]
Nel febbraio 1945 la divisione venne trasferita in Ungheria per cercare di liberare le unità tedesche rimaste intrappolate a Budapest (Operazione Frühlingserwachen).[1] In seguito al fallimento dell'offensiva, la divisione si ritirò in Austria, dove si arrese alle truppe inglesi nei pressi di Klagenfurt nel maggio del 1945.[1][2]
In Italia essa è tristemente famosa per essere responsabile delle maggiori stragi di civili compiute dalle truppe tedesche, tra cui quelle di Sant'Anna di Stazzema e Marzabotto.[5]
Nell'agosto 1944 la divisione si rese responsabile di numerose atrocità ai danni della popolazione civile: l'11 agosto a Nozzano (59 morti); il 12 agosto quattro compagnie del II battaglione del 35º reggimento a Sant'Anna di Stazzema[6] (560 morti); 17-19 agosto a San Terenzo Monti[7] (159 morti), ancora effettivi del 35º reggimento a Vinca[8] (162 morti) il 24 agosto; nel mese di settembre effettivi di questa divisione effettuarono il rastrellamento della Certosa di Farneta trucidando nei giorni seguenti i prigionieri (strage di Farneta[9] e strage delle Fosse del Frigido[10]; fu poi la volta di Bergiola Foscalina[11] ed infine a Marzabotto (Bologna), dove tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 furono trucidate 770 persone.[12] Per l'eccidio di Marzabotto l'unità responsabile fu il 16. Reparto corazzato di ricognizione (SS Panzer Aufklärungs Abteilung 16) comandato dal maggiore (Sturmbannführer) Walter Reder.[13]