Luigi Orione, nel 1908, ricevette da parte di papa Pio X il compito di evangelizzare la zona fuori Porta San Giovanni, allora molto povera. Il sacerdote vi costruì, come centro della vita pastorale, una piccola cappella dedicata a Tutti i Santi, che poi, per il crescente numero di fedeli, venne sostituita da un più ampio complesso parrocchiale[4].
La costruzione della chiesa ebbe inizio il 29 giugno 1914, quando, alla presenza del cardinale vicarioBasilio Pompilj, ebbe logo la posa della prima pietra del nuovo edificio, progettato da Tullio Passarelli e Camillo Karl Schneider. I lavori proseguirono fino alla prima guerra mondiale, quando vennero interrotti per riprendere alla fine del conflitto; la chiesa venne terminata nel 1920 e, il 31 ottobre dello stesso anno, consacrata da Giuseppe Palica, arcivescovo vicegerente. Il 29 giugno 1927, alla presenza dello stesso cardinale vicario, venne benedetto il concerto di cinque campane, collocato nel campanile[5].
Negli anni successivi alla costruzione, la chiesa venne sottoposta a una serie di restauri. Il più importante fu quello che andò dal 1985 al 1991 e che interessò l'area presbiterale: in tale occasione, vennero rimossi gli arredi installati durante un rifacimento del 1975 e ne vennero realizzati di nuovi, in stile moderno[4].
L'esterno della chiesa è caratterizzato dalla facciata a salienti, che - come il resto dell'edificio - presenta un paramento murario in mattoncini rossi. Nella parte superiore, in corrispondenza della navata centrale, si apre un'ampia trifora, inscritta all'interno di un arco a tutto sesto; in quella inferiore, invece, vi sono tre portali, ciascuno dei quali è sormontato da una lunetta decorata con un bassorilievo marmoreo, quello di centro raffigurante la Gloria di Maria, quelli laterali due Angeli[12].
Interno
L'interno è a croce latina, con transetto poco sporgente e aula divisa in tre navate da due file di arcate a tutto sesto poggianti su colonne alternate a pilastri in granito, con soffitto a volte a crociera. Nella navata di destra è collocato un gruppo marmoreo, donato da Pio XI, raffigurante la Pietà; sopra è murata una targa che ricorda che in questa chiesa Paolo VI celebrò per la prima volta la messa in lingua italiana, dopo la riforma liturgica del concilio Vaticano II[4].
Nella navata centrale vi sono finestre con vetrate raffiguranti diversi santi, tra cui Giovanni Bosco; nella controfacciata tre vetrate, che rappresentano Maria Immacolata apparsa a Lourdes (con il rosario in mano) e ai suoi lati i santi Pio X (amico personale del fondatore degli orionini e grande benefattore dell'ordine) e don Orione. Altri santi - tra cui Filippo Neri e il martire Lorenzo - sono raffigurati, in affresco, nelle cappelle con cui terminano le navate laterali[4].
AA.VV., I quartieri di Roma, Roma, Newton & Compton Editori, 2006, ISBN978-88-541-0594-2.
Graziano Fronzuto, Organi di Roma. Guida pratica orientativa agli organi storici e moderni, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2007, ISBN978-88-222-5674-4.