Corte Franca è situata nell'anfiteatro morenico del Basso Sebino, Franciacorta. Confina a nord con il comune di Iseo, ad est con i comuni di Provaglio d'Iseo e Passirano e a sud con i comuni di Adro e Cazzago San Martino. Il suo territorio è delimitato ad ovest dall'altura calcarica del Monte Alto, dove è situato anche il punto di elevazione più alto a 651 s.l.m. Il punto più basso invece si trova nelle torbiere del Sebino a un'altezza di 185 s.l.m. Al di fuori dell'altura del Monte Alto il territorio comunale è compreso tra i 350 e i 185 s.l.m. con pendenze per lo più medio-collinari o medio-pianeggianti. Il comune è caratterizzato da suoli di vario tipo, come quelli fluvido-glaciali, morenico profondi e sottili ed altri di origine morenica, con punti sparsi di formazioni calcaree. Non presenta corpi idrici maggiori, al di la delle torbiere, ma il suo territorio è caratterizzato da numeroso sorgive (Paiole), zone umide (Budrio) e corpi idrici minori come fossi a regime costante (fosso delle Pissine) o ruscelli a regime torrentizio (torrenti Longerone e Broccaglio).[5][6]
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Origini del nome
Il toponimo Corte Franca indica corti monastiche affrancate da imposizioni tributarie: "corti franche", appunto. Tale significato trova maggior riscontro nelle frazioni di Borgonato e Timoline esplicitamente nominate in documenti antichissimi come corti monastiche.[7]
L'area del comune di Corte Franca, è stata abitata da tempi molto antichi e via nelle fasi successive dello sviluppo della civiltà.
Grazie agli scavi per l'estrazione della Torba nella zona dell'attuale Riserva naturale Torbiere, sono state trovate punte di freccia mesolitiche e neolitiche, pugnali dell'età del Rame e armi (tra cui un elmo) dell'età del Ferro.
All'epoca romana risalgono anche una fornace e una villa trovate in località Fornaci Quattrovie (comune di Adro, ma a pochi metri dal confine con Borgonato). Inoltre nel castello di Borgonato è stata trovata una moneta del III secolo d.C.
Dall'alto medioevo inizia la storia dei primi nuclei che poi si sono evoluti nelle attuali quattro frazioni: Borgonato, Nigoline e Timoline sono citate per la prima volta nel periodo longobardo-carolingio (VIII-IX secolo) in documenti del monastero di San Salvatore di Brescia. Numerose tracce architettoniche sono state lasciate nel corso dei secoli successivi nelle quattro frazioni, anche se un occhio inesperto oggi fatica a riconoscerle. Per maggiori dettagli rimando alle pagine specifiche di ogni paese.
Dal XV secolo ad oggi i quattro comuni costituenti Corte Franca hanno seguito la storia amministrativa di Brescia:
Il 26 gennaio 1802 la Repubblica Cisalpina è stata trasformata in Repubblica Italiana, che a sua volta il 17 marzo 1805 è stata trasformata in Regno d'Italia. I quattro comuni sono comunque sempre rimasti nel Dipartimento del Mella.
Il 25 maggio 1814, con la fine dell'epoca napoleonica, i territori del Regno d'Italia sono confluiti nel neo costituito Regno Lombardo-Veneto e i quattro comuni sono entrati a far parte della Provincia di Brescia
Il Regio Decreto n. 1 del 2 gennaio 1927 ha abolito tutti i circondari.
Attraverso il regio decreto del 14 luglio 1928 (n.1837) vennero soppressi i singoli comuni di Borgonato, Colombaro, Nigoline e Timoline unificandoli nel comune di Corte Franca.[9][10][11] Sotto l'aspetto amministrativo la nascita del comune si attribuisce al 1º settembre 1928.
Simboli
Lo stemma del Comune di Corte Franca è stato ufficialmente concesso con decreto del presidente della Repubblica del 9 aprile 2008.[12] Sin dalla fine degli anni settanta il comune utilizza uno stemma ed un gonfalone che esplicitamente esaltano e sintetizzano l'unione dei vecchi comuni con simboli riferiti alle singole realtà.[13]
«Inquartato: il primo d'azzurro, alla banda ondata d'argento; il secondo e il terzo di rosso, al castello torricellato di un pezzo, di argento, murato di nero, merlato alla guelfa, la torre di tre, il fastigio di cinque, esso castello chiuso di nero, finestrato nella torre dello stesso, fondato in punta; il quarto d'azzurro, alla ruota da molino di sedici pale d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»
La banda ondata rappresenta il torrente Longherone che scorre nella frazione di Nigoline mentre la ruota idraulica è quella dell'antico mulino di Colombaro. I castelli sono un richiamo alle fortificazioni medioevali che caratterizzano il territorio. Nel secondo e nel terzo inquartato dello stemma i castelli si riferiscono rispettivamente alle frazioni di Borgonato e Timoline.
Chiesa di Sant'Eufemia (frazione di Nigoline Bonomelli). È l'attuale chiesa del cimitero di Nigoline. Sorta tra l'VIII e il X secolo.
Chiesa di Santa Giulia (frazione di Timoline). Chiesa privata in stile romanico risalente al XII secolo. È annessa a Palazzo Pizzini.
Complesso di San Vitale (frazione di Borgonato). Complesso composto da quattro chiese costruite dal XVI all'XIII secolo.
Chiesa di Santa Maria in Zenighe (frazione di Colombaro). Chiesa in stile romanico costruita nel XI-XII secolo.
Chiesa di Sant'Afra (frazione di Colombaro).
Palazzi storici
Palazzo Monti della Corte (frazione di Nigoline Bonomelli). Il palazzo nella sua forma attuale risale al 1600. Durante l'Ottocento fu sede di cenacoli di intellettuali e politici italiani. Tra le figure più influenti Cesare Arici e Ugo Foscolo[14]. Oggi ospita eventi esclusivi come matrimoni, cene di gala e concerti.
Palazzo Torri (frazione di Nigoline Bonomelli). Villa nobiliare fortificata del Seicento dove ebbero luogo cenacoli culturali che videro la partecipazione di figure illustri come Giosuè Carducci e Giovanni Pascoli[15]. Oggi sede di eventi e manifestazioni culturali.
Palazzo Pizzini (frazione di Timoline). Il palazzo risale al Seicento. Il corpo più recente caratterizzato da ambienti rustici fu aggiunto nell'Ottocento.
Palazzo Lana - Ragnoli (frazione di Colombaro). Il palazzo Ragnoli nacque per volontà dei Conti Lana. Nell'angolo nord-ovest si conserva la cappella gentilizia eretta nel 1683 dedicata alla madonna di Tirano.[16]
Palazzo Lana (frazione di Borgonato). L'aspetto attuale risale al 1500. Al primo piano si trovano affreschi settecenteschi.
Aree naturali
Riserva delle Torbiere del Sebino. Situata sulla sponda meridionale del lago di Iseo. È la zona più significativa per estensione ed importanza ecologica della provincia di Brescia[17].
Monte Alto (Culma in dialetto), detto anche monte di Colombaro, monte di Nigoline, monte di Capriolo, monte di Clusane. È caratterizzato nel lato verso Corte Franca da boschi termofili (lato sud) che presentano molte specie vegetali classiche come: carpino (bianco e nero), erica arborea, faggio, ontano, bagolaro, biancospino, ciliegio selvatico, sambuco, corniolo. Il castagno e il leccio, così come tardivamente anche la robinia, benché molto presenti, sono di introduzione umana. Tra la macro fauna presente si registrano volpi, donnole, conigli nani e selvatici, serpenti, rospi, raganelle e salamandre. Di recente introduzione è il cinghiale, il quale se non contenuto può portare a infestazione.
^ Claudio Mafrici, I binari promiscui - Nascita e sviluppo del sistema tramviario extraurbano in provincia di Brescia (1875-1930), in Quaderni di sintesi, vol. 51, novembre 1997.