Nacque ad Alessandria il 2 novembre 1823 all'interno di una famiglia agiata, figlio di Gaspare[1] e Anna Maria Romagnoli.
Intraprese ancora giovanissimo la carriera militare entrando, all'età di 12 anni nella Regia Accademia Militare di Torino, ma a causa delle ristrettezze economiche della famiglia fu costretto a lasciare anzitempo gli studi. Nel 1848, allo scoppio della guerra con l'Austria re Carlo Alberto gli concesse di entrare a far parte dell'esercito piemontese con il grado di sottotenente, assegnato al 6º Reggimento fanteria "Aosta". Partecipò alle operazioni belliche, e nel 1849 passò, dietro sua richiesta, al corpo dei bersaglieri. Nel 1855, con il grado di luogotenente, prese parte alla spedizione in Crimea, agli ordini del generale Alfonso La Marmora, distinguendosi nella battaglia della Cernaia[2] dove combatté nella 2ª Divisione comandata dal generale Ardingo Trotti,[3] e ottenendo una menzione onorevole[4] e la Medaglia britannica di Crimeainglese.
Promosso maggiore per meriti di guerra il 1º giugno 1861 assunse il comando del 1º battaglione bersaglieri, e fu a capo delle operazioni contro il brigantaggio nelle aree dell'ex Regno delle Due Sicilie, ottenendo grande successo a partire dall'8 dicembre 1861 quando catturò a Sante Marie il celebre generale catalano José Borjes,[9] operazione che gli valse la concessione della Medaglia d'oro al valor militare.[10] L'ufficiale catalano venne riconosciuto colpevole per cospirazione contro il Regio Esercito, per aver patteggiato con i briganti (soprattutto con Carmine Crocco) e per essere un inviato del re Francesco II. Come tale, venne successivamente fucilato presso Tagliacozzo insieme a diciassette suoi compagni[11] per ordine dello stesso Franchini. L'esecuzione sommaria indignò mezza Europa, tra cui anche Victor Hugo, ed in Italia qualcuno insinuò che la sollecitudine a giustiziare i prigionieri era dovuta al tesoretto che il generale spagnolo aveva con sé e che l'ufficiale si sarebbe spartito con la guardia nazionale.[12]
Nel 1866 prese parte anche alla terza guerra di indipendenza dove si meritò un'altra menzione onorevole per la condotta tenuta a Borgoforte tra il 5 e il 7 luglio 1866. Promosso tenente colonnello ritornò alla fanteria assumendo il comando del 29º Reggimento fanteria della Brigata "Pisa". Lasciò il servizio attivo ritirandosi nel 1873 dopo aver trascorso alcuni anni presso lo Stato maggiore del Corpo delle piazze. Morì ad Alessandria il 25 agosto 1887, venendo successivamente sepolto nel Famedio cittadino.
«per le ottime disposizioni date e per l'insigne valore dimostrato durante tutta l'operazione che fruttò l'arresto del capo banda spagnolo Jose Borjes e di 22 suoi compagni.» — valle di Luppa 8 dicembre 1861
^Si trattava degli ufficiali Gaetano Cambrè, Lauretano Casenus, Michele Chieraldi, Giuseppe Dejurenter, Francesco Forms, Nicola Marchy, Pasquale Marginet, Pietro Martinez (spagnoli), Francesco Paenza, Paquale Salinas (regnicoli), ed i volontari Leonardo Diego, Marco Gallecchio, Luigi Molino Bono, Michele Perretta (lucani), Michele Jarni di Isernia, Michele Capoano di Cosenza.