Studiò musica a Milano e frequentò assieme ad Arrigo Boito ed Emilio Praga il Salotto Maffei. Fu grazie alla stretta amicizia che legava Clara Maffei a Verdi che Faccio fu presentato al celebre compositore, il quale inizialmente lo accolse tiepidamente, anche a causa dei diversi gusti musicali e delle tendenze wagneriane e antitradizionali del giovane, ma in futuro ne farà il proprio direttore d'orchestra di fiducia.[1]
Spartito del preludio dell'Aida di Giuseppe verdi nella riduzione di Franco Faccio (1872).
Negli anni Settanta e Ottanta venne considerato come il più grande e celebrato direttore d'orchestra d'Italia. Suo grande merito fu quello di aver contribuito a promuovere (assieme a Bazzini e alla Società del Quartetto milanese) prima a Milano, poi in altre città, la musica sinfonica europea.
Con l'orchestra della Scala, Faccio eseguì anche brani sinfonici di giovani maestri italiani, che portò anche in tournée all'estero: memorabile la partecipazione della Società orchestrale del Teatro alla Scala, da lui diretta, all'Esposizione di Torino del 1884, assieme alle neonate orchestra sinfoniche di Roma, Napoli, Torino e Bologna. La rinascita della musica strumentale in Italia vide dunque in lui uno dei protagonisti.
Faccio diresse la prima rappresentazione italiana dell'Aida (1872) e dell'Otello (1887) di Verdi, al quale era diventato molto legato, e dell'Edgar di Puccini.