Gennaro Licciardi era uno dei boss più spietati, rispettati e carismatici della Camorra nell'area nord di Napoli. Licciardi è stato soprannominato 'a scigna (la scimmia)[2] per le sue capacità da ragazzino di arrampicarsi tra i balconi degli appartamenti che svaligiava. Negli anni 1970 divenne il capozona del clan Giuliano nella zona di Secondigliano. Nel 1981 fu arrestato assieme al suo amico Gennaro Esposito detto o’ Curt.[3]
Fu coinvolto in una rissa con gli esponenti della Nuova Camorra Organizzata durante un processo e riuscì a sopravvivere alle sedici coltellate infertegli.[4]
La dissoluzione della NCO di Cutolo portò Licciardi a conquistare un ruolo autonomo e predominante nello scacchiere criminale partenopeo, e già agli inizi degli anni Novanta era considerato il boss incontrastato della periferia nord della città.[4]