Nato ad Afragola da una famiglia onesta e soprannominato 'o Pazzo per via delle numerose perizie psichiatriche, dalla dubbia veridicità, che lo indicavano quale soggetto affetto da epilessia e schizofrenia, grazie alle quali ha più volte scampato il carcere, rappresentando, negli anni '70 e '80, come molti altri mafiosi di quei tempi, il cliché del boss folle e incapace di intendere (proprio come Raffaele Cutolo, evase dal manicomio criminale di Aversa, dov'era stato internato in virtù del suo presunto vizio di mente), Michele Senese inizia la sua carriera criminale come esponente del clan Moccia e della Nuova Famiglia, venendo ben presto coinvolto nell'esecuzione di omicidi, tra cui quello di Alfonso Catapano, fratello di Raffaele Catapano, elemento di spicco della Nuova Camorra Organizzata, ucciso in Nola agli inizi degli anni Ottanta[1][2].
Il trasferimento a Roma e l'evoluzione criminale
«È zio Michele, amico mio intimo, lui comanda tutta Roma, qualsiasi cosa passa prima da lui e poi va avanti.»
(Indagato parla di Michele Senese a un conoscente[3])
Al clan Senese sarebbe stato legato, inoltre, Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, legato anche a Carminati e considerato il punto di raccordo fra estrema destra romana, criminalità romana, gruppi criminali albanesi e Camorra, ucciso il 7 agosto2019 al Parco degli Acquedotti, a sud-est di Roma, zona ricadente nel raggio d'azione dei Senese e dei Pagnozzi. Piscitelli, noto trafficante di droga, sarebbe stato a capo di una batteria di picchiatori, composta da soggetti italiani e albanesi, facente capo al gruppo Senese. Michele Senese inoltre, tramite il fratello Gennaro e il Piscitelli, agli inizi degli anni '90, era entrato in contatto con il Clan Abate di San Giorgio a Cremano, da cui si riforniva di eroina - prodotta in Turchia e trasportata in Italia via Germania - e di hashish proveniente dalla Spagna, da piazzare poi sul mercato della droga capitolino[8].
L'omicidio Carlino e l'arresto
Nel giugno del 2013, Michele Senese viene tratto in arresto poiché riconosciuto mandante dell'omicidio di Giuseppe "Pinocchietto" Carlino[5], malavitoso membro della Banda della Marranella, occorso in data 10 settembre2001, a Torvajanica, eseguito da Domenico Pagnozzi, esponente di spicco del clan omonimo, operante ed egemone tra l'Avellinese e il Beneventano e anch'esso con forti ramificazioni nella Capitale. Carlino fu ucciso per vendicare la morte di Gennaro Senese, fratello di Michele, che era stato assassinato a pugnalate il 16 settembre del 1997 da Francesco Carlino, fratello di Giuseppe, ma anche per questioni di debiti economici che i Carlino avevano procurato a Senese con altre organizzazioni dedite al narcotraffico, che gli stessi Carlino non avevano mai onorato[6][9].