«Portogalo ha podido llegar, como muy pocos poetas de esta generación, a un perfecto dominio del lenguaje poético, sin que por ello su comunicación directa con el pueblo falte en ningún momento en su poesía»
(IT)
«Portogalo, come pochissimi poeti di questa generazione, ha saputo raggiungere una padronanza perfetta del linguaggio poetico, senza che per questo venisse mai a mancare il contatto diretto con il popolo nella sua poesia»
Nato a Savelli il 10 ottobre 1904 con il nome di Giuseppe Anania, emigrò con la madre Dominga Gualtieri in Argentina nel 1909[4], stabilendosi nel barrioLa Boca della capitale Buenos Aires. Cambierà il suo nome in José e adotterà in seguito il cognome Portogalo in onore del patrigno, che considererà suo vero padre e tutore[5].
In età giovanile si guadagnò da vivere facendo svariati lavori, tra cui quello di canillita (venditore ambulante di giornali e riviste), lustrascarpe e imbianchino, finanche ballerino professionista di tango[6].
I suoi primi passi come poeta li mosse nei primi anni '30 con la pubblicazione della sua prima raccolta di poesie dal titolo Tregua, nel 1933; in quegli anni fece il suo ingresso nel cosiddetto gruppo di Boedo, che ebbe tra i suoi membri e fondatori altri famosi letterati come Elías Castelnuovo, Nicolás Olivari, Leónidas Barletta, i fratelli Raúl e Enrique González Tuñón e Roberto Mariani. Ma è con l'opera successiva, Tumulto (1935), che Portogalo acquisì maggior notorietà. L'opera stessa fu però all'epoca oggetto di diverse polemiche, tra cui quelle dell'allora sindaco di Buenos AiresMariano de Vedia y Mitre: nel 1936 il libro fu soggetto a censura e poi sequestrato dalla polizia locale[7], in quanto l'autore al suo interno osò raccontare il decennio infame in modo assai cruento e con tono rabbioso, a tratti quasi eretico[3]. La scrittura di José Portogalo venne infatti considerata dagli addetti ai lavori come troppo «sociale» e «ribelle» e, nel 1942, a seguito del ritiro della cittadinanza argentina si recò in esilio a Rosario, dove scrisse per il quotidiano locale La Tribuna.
^ab(ES) Pablo Ananía, Memorias del mundo sin Dios, su editorialhylas.escribirte.com.ar, 24 maggio 2015. URL consultato il 1º novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2015).
^La ciudad ultrajada, su pagina12.com.ar, 11 novembre 2012. URL consultato il 1º novembre 2021.