Attestato come Asenigo, secondo alcuni il suo nome deriverebbe dal nome latino di persona Asina, con l'aggiunta del suffisso -icus.[4] Altre teorie ipotizzano invece un'origine dall'espressione Asuicus[5] , condensazione delle parole Assi e vicus, cioè "vico di Asso".[4]
Storia
Il ritrovamento, nel territorio lasnighese, di punte di freccia in selce e di capanne preistoriche[5] lascia intendere che la zona fosse frequentata dall'uomo già prima degli albori della storia.
Nel XIII secolo, a seguito di una serie di esondazioni del Lambro, gli abitanti abbandonarono la zona attorno alla chiesa di sant'Alessandro per spostarsi sulla sponda opposta del fiume[5].
Un atto del 1414 testimonia la presenza di un castello a Lasnigo[4].
Inserito nel Ducato di Milano a partire dal 1409[5], il paese di Lasnigo faceva parte della comunità generale della Valassina, che a partire dal 1441 divenne, assieme alla pieve di Incino oggetto di varie concessioni feudali da parte dei duchi milanesi[7]. Il primo feudatario fu Tomaso Tebaldi di Bologna, al quale nel 1533 subentrarono gli Sfondrati[7]. Nel 1751, il comune di Lasnigo e il relativo cassinaggio di Dossellino risultavano infeudati all'ultimo esponente della famiglia degli Sfondrati[7], alla morte del quale (1788) tutta la Valassina ritornò alla Regia Camera del Ducato di Milano per mancanza di discendenti in grado di ereditare il beneficio feudale[8].
Lo stemma è molto simile a quello del comune di Barni ed è in uso pur privo di formale decreto di concessione.
«Inquartato: nel primo, d'azzurro, alla vecchia chiesa di Sant'Alessandro, posta sopra un monte di verde nascente dalla punta, il tutto al naturale; nel secondo e nel terzo: inquartato: nel primo e quarto d'oro, alla gemella doppiomerlata d'azzurro, posta in banda e accompagnata da due stelle d'otto raggi dello stesso; nel secondo e terzo d'azzurro, al pino terrazzato di verde, col palo di rosso, attraversante sull'inquartato e caricato del gonfalone e delle chiavi pontificie (Sfondrati della Riviera); nel quarto, d'argento, alla torre al naturale, torricellata e merlata alla ghibellina di un pezzo, aperta e finestrata del campo, mattonata di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Nel primo quarto è raffigurata la chiesa di Sant'Alessandro, adagiata su un rilievo all'inizio del paese; nel secondo e terzo è riprodotto il blasone della famiglia Sfondrati della Riviera; infine una torre.
La chiesa di Sant'Alessandro[15], posta sul culmine di una collinetta nelle vicinanze di Lasnigo lungo la strada che collega Erba a Bellagio, è una delle costruzioni romaniche più significative della Valassina, con un campanile del XIII secolo e un ciclo d'affreschi interni di notevole bellezza del XV secolo, da ammirare la Crocifissione di Andrea De Passeri di Torno del 1513. Bello l'esterno circondato dalle cappelle settecentesche della Via Crucis.
Chiesa della Presentazione della Beata Vergine Maria
Il territorio di Lasnigo comprende numerose località che devono il loro nome alle attività economiche in esse anticamente svolte[4]:
Fornace, compresa tra il Lambro e il ruscello proveniente dall'area detta dei Morti di Valmorana;
Pra Marcà, ai confini con Asso, il cui nome derivererebbe dalla presenza di un antico mercato;
Ruginada, sulla strada per Crezzo, località morenica che in passato ospitava una cava d'inerti;
Canavee, terrazzamenti a ovest dell'abitato degradanti verso il Lambro, nei quali si lavorava la canapa.
Fino alla metà del Novecento Lasnigo ospitava numerosi picasass, ossia artigiani dediti alla lavorazione della pietra, seguendo una tradizione risalente al XVIII secolo[4].
Per lungo tempo e fino alle soglie del III millennio l'economia si basava prevalentemente su attività agro-pastorali, su una piccola torcitura sulla produzione di carbone da legna e sulle attività legate alla presenza di due mulini ad acqua[4].
I residenti trovano oggi perlopiù impiego al di fuori dei confini comunali[4].
Amministrazione
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Note
^Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
Annalisa Borghese, Lasnigo, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 257.
Michele Amadò, Giovanni Cavallo (a cura di), Celeste oro colato: culture del romanico: il caso di Sant'Alessandro a Lasnigo, Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), Manno, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007.