La presenza d'un gruppo di dialetti slavi occidentali è riscontrabile già nel periodo delle migrazioni di questi popoli in Europa centrale. Solamente a partire dal VII secolo d.C. è possibile parlare di queste lingue come di un gruppo separato. Dal VII al X secolo ebbe luogo una differenziazione interna che diede vita a due sottogruppi etnico-linguistici: lechitico e sorabo (o lusaziano)[3][4][5]. Nel IX secolo s'aggiunse il gruppo ceco-slovacco. Il sottogruppo lechitico è rappresentato dal polacco, dal polabo (estinto nel XVII secolo) e dalle lingue pomerane (casciubo e slovinzo,[6][7][8] estinto nel XX secolo). Il ceco e lo slovacco continuano il gruppo ceco-slovacco (una terza lingua, il canaan o giudeo-slavo scomparve nel Medioevo). Il gruppo sorabo è oggi rappresentato dal sorabo superiore e sorabo inferiore, chiamate anche serbo-lusaziano o lusaziano.
^ Francesca Fici Giusti, Le lingue slave moderne, Unipress, 2001, ISBN88-8098-137-4.
^Fiorenzo Toso, II. I Paesi dell'Unione Europea, in Lingue d'Europa: la pluralità linguistica dei Paesi europei fra passato e presente, Baldini Castoldi Dalai, 2006, ISBN88-8490-884-1.
† lingua estinta (nessun sopravvissuto tra i parlanti nativi e nessuno tra i discendenti) * sottogruppo controverso la cui esistenza è ancora ampiamente dibattuta tra i linguisti