La parola nughedu, che dà il nome al paese, in sardo significa "noceto". Infatti sino agli inizi del XX secolo vi erano numerosi alberi di noci che costeggiavano gli orti lungo il rio di Lichitu, nella vallata appena fuori dall'abitato.
Storia
L'area fu abitata già in epoca nuragica per la presenza nel territorio di un nuraghe. In località Su Soldanu, ai confini con Bonorva e Ittireddu, si trovano le vestigia di un antico popolato.
Alla caduta del giudicato (1259) passò sotto il dominio della famiglia genovese dei Doria e poi di quella toscana dei Malaspina. Dopo alterne vicende, in cui fu governato anche dai giudici di Arborea, intorno al 1350 passò sotto il dominio aragonese. Gli aragonesi nel 1421 lo cedettero, in qualità di feudo, alla signoria dei Centelles. Nel XVIII secolo fu incorporato nel ducato di Monte Acuto.
Il paese venne riscattato nel 1839 ai Tellez Giron di Alcantara, ultimi feudatari, con la soppressione del sistema feudale.
Simboli
Nello stemma del comune è rappresentata una torre di rosso in campo d'argento, da cui svetta un albero di noce che ricorda il nome originario Nughedu, dal latino nocetum ("noceto"). Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 19 persone.
Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 5 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
Gian Gabriele Cau (a cura di), prefazione di Francesco Masala, Nughedu San Nicolo, Amministrazione Comunale, 2001.