Si estende su una superficie complessiva di oltre 2.000 ettari dei quali circa 1.400 occupati da attività industriali, commerciali e terziarie, circa 350 occupati da canali navigabili e bacini, 130 riservati al porto commerciale e il restante suolo occupato da infrastrutture stradali e ferroviarie.
Sito di Interesse Nazionale in base alla legge 426/1998 che ne riconosce l’alto rischio ambientale e la necessità di bonifica e messa in sicurezza.[2][3][4]
A partire dal 1917 la Società Porto Industriale realizzò la grande zona industriale di Porto Marghera, bonificando i terreni lagunari e costruendo ferrovie, canali artificiali navigabili e strade. In particolare, ogni azienda della zona venne collegata alla rete ferroviaria nazionale attraverso due rami ferroviari (oggi denominati Linea Petroli e Linea Enichem).[5]
Il 17 maggio 1922 fu inaugurato il Canale Vittorio Emanuele, che collegava la Stazione Marittima a Marghera, e nel 1925 si aprì ufficialmente il traffico.
Nel giro di pochi anni, tra il 1920 e il 1928, si erano insediati a Marghera ben 51 stabilimenti attivi nel settore metallurgico, chimico, meccanico, cantieristico, petrolifero, elettrico.[6]
Durante la seconda guerra mondiale la rete ferroviaria di Porto Marghera venne pesantemente bombardata dagli alleati, ma fu rapidamente ricostruita ed ampliata, con la realizzazione dei parchi ferroviari Breda e Nuovo.[7]
Nel 2012 viene inaugurato un nuovo parco ferroviario nei pressi del porto per ristrutturare e rafforzare l’infrastruttura ferroviario-portuale.
Realizzato con un intervento da 12,2 milioni di euro, cofinanziati dall'Unione europea per 900.000 euro attraverso il programma TEN-T.[8][9]
Nel 2018, Eni e NextChen, controllata del gruppo Technimont, hanno avviato lo studio di fattibilità tecnico-economica per la riconversione industriale dell'ex raffineria in un impianto a basso impatto ambientale, che dovrebbe produrre energia, idrogeno e bioetanolo a partire da rifiuti solidi urbani e plastiche non riciclabili.[10][11]
La legge finanziaria per l'anno 2020 ha istituito una zona logistica semplificata nel porto di Marghera, che beneficia di semplificazioni burocratiche e di sgravi fiscali, risultando compatibile con la normativa europea in tema di aiuti di Stato.[12][13][14]
Entro il 2025 è prevista la realizzazione sull'ex area Montefibre, di una nuova stazione terminal per il trasporto dei container.[15]