La provincia di Belluno è una provincia italiana, e la provincia più estesa del Veneto di 197 661 abitanti[1]. Il territorio totalmente montano si estende per 3610,20 km² nel settore delle Alpi Sud-orientali,
dove è compresa la maggior parte dei gruppi dolomitici per cui può essere ritenuta la provincia delle Dolomiti. Il Piave, che la attraversa da nord a sud nell'omonima valle, costituisce il principale corso d'acqua della provincia.
Secondo l'indagine annuale de Il Sole 24 Ore, la provincia di Belluno si è classificata al primo posto fra le province italiane per qualità della vita nel 2017[2], replicando il primato del 2009[3] e migliorando altresì le posizioni del 2008 e 2007 che la avevano vista comunque al secondo e quarto posto.
Nell'annuale classifica delle province italiane per la migliore qualità di vita, redatta da ItaliaOggi con la collaborazione dell'Università "La Sapienza", nel 2017 si piazza al terzo posto dietro a Bolzano e Trento.[4] Il PIL pro capite nominale, secondo dati Unioncamere relativi al 2009, si attesta sui 29 453 €[5]. Nonostante una buona qualità della vita, la provincia soffre da anni di spopolamento[6].
L'Ente ha sede nello storico Palazzo Piloni[7], in Piazza Duomo a Belluno.
Nella località di Lagole, a Calalzo, si trova un sito paleoveneto con i resti di un santuario dedicato ad una divinità sanante, risalente a circa il V secolo a.C. Un secondo sito di maggiori dimensioni è stato rinvenuto a Mel. La Necropoli di Mel, utilizzata in modo continuativo dai Veneti Antichi dall'VIII al V secolo a.C. fu scoperta nel 1958. Fino all'inizio degli anni ottanta sono state scavate circa 80 tombe, nel 1962 furono inoltre messi in luce, nella zona meridionale della necropoli, verso la strada provinciale che da Mel conduce a Belluno, sette recinti, definiti circoli; in seguito furono riconosciute le tracce di almeno altri due recinti parzialmente conservati. Molti reperti hanno rivisto la luce, soprattutto statuette di bronzo e un elevato numero di iscrizioni venetiche tuttora esposte al Museo archeologico cadorino a Pieve di Cadore e al Museo Civico Archeologico di Mel.
Feltre è invece di probabile origine retica, come Trento e Verona, così come riportato da Plinio il Vecchio.
Storia
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I primi insediamenti nella zona di Belluno furono favoriti dalla difendibilità del luogo, mentre prima dei quali il territorio era un luogo di passaggio, fatto di piccoli centri non stabili.
Diversi sono poi i siti archeologici che testimoniano la presenza, già dall'età della pietra, di insediamenti umani. I primi abitatori stabili della zona furono i Paleoveneti, popolazione italica indoeuropea. In generale reperti archeologici testimoniano una forte influenza della cultura celtica.
Gli stessi Celti furono poi cacciati dai Romani, che a partire dal 181 a.C. dominarono l'intero Bellunese. Al declino dei Romani seguì un lungo periodo di conquiste, passaggi di mano, e invasioni; una stabilità si ritrovò alla morte di Teodorico.
«Partecipazione ai soccorsi durante gli eventi atmosferici nella Regione Veneto, 30 gennaio – 18 febbraio 2014» — Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, 18 luglio 2016
[10]
Posta nella parte settentrionale della regione, la provincia, estesa ed interamente montana con le sue valli alpine tra Dolomiti, Alpi Carniche e Prealpi Venete, si suddivide in nove regioni storico-geografiche:
Agordino, corrispondente all'alto e medio bacino del torrente Cordevole escluso Fodom;
Zoldo, identificabile con la valle percorsa dal torrente Maè.
Mappa della provincia di Belluno per aree culturali.
Feltrino
Agordino
Fodom
Valbelluna
Alpago
Zoldo
Ampezzo
Cadore
Comelico
Si notino i territori di Selva di Cadore e di Zoppè di Cadore, il primo di transizione tra Agordino e Cadore, il secondo tra Zoldano e Cadore.
Confini
La provincia di Belluno confina a nord con l'Austria (Tirolo e, per pochi chilometri, Carinzia), a est con il Friuli-Venezia Giulia (ex province di Udine e Pordenone), a sud con le province venete di Treviso e Vicenza, a ovest con il Trentino-Alto Adige (province di Trento e Bolzano). Ad eccezione dei settori sudoccidentale e centro-orientale, i confini amministrativi sono in larga parte coincidenti con quelli del bacino del Piave.
Di seguito vengono elencate le principali cime oltre i 3000 m s.l.m., limitandosi nel caso di più cime appartenenti allo stesso gruppo alla cima più elevata.
In virtù della conformazione montana, numerosi sono i passi e i valichi che permettono i collegamenti tra il bellunese e le province confinanti oppure interni. Nel settore settentrionale i collegamenti con la provincia di Bolzano sono garantiti dai passi Campolongo, Valparola (nell'Agordino), Cimabanche (Ampezzo) e Monte Croce di Comelico (Comelico); ad est quelli con la provincia di Udine dai valichi di Cima Sappada (sito in territorio friulano a seguito del passaggio del comune di Sappada al Friuli-Venezia Giulia), Forcella Lavardet e Passo della Mauria mentre per raggiungere il pordenonese attraverso la Valcellina è necessario percorrere il Passo di Sant'Osvaldo, sito però in territorio friulano. A sud, la Sella di Fadalto e il Passo di San Boldo ed il Passo di Praderadego, poco conosciuto, raggiungibile salendo da Gus e svoltando a destra una volta arrivati a Carve, garantiscono i collegamenti con il trevigiano e la pianura veneta (vi sono però anche collegamenti attraverso la valle del Piave privi di valichi). Ad ovest i passi Valles, San Pellegrino (situato però in provincia di Trento), Pordoi e Fedaia consentono di raggiungere il Trentino.
All'interno della provincia rivestono importanza i passi Giau e Falzarego (tra Ampezzo e Agordino), Duran e Staulanza (tra Agordino e Zoldo), Cibiana (tra Zoldo e Cadore), Forcella Aurine (interna all'Agordino) e Tre Croci (tra Cadore e Ampezzo). Alcuni dei passi citati, situati nella parte settentrionale della provincia, superano i 2000 m s.l.m.:
La provincia ricade per la maggior parte (92,8%)[11] nel bacino del Piave: dei 63 comuni, solo 3 (Arsiè, Fonzaso e Lamon, appartenenti al bacino del Brenta) non ricadono almeno parzialmente in tale area. La rimanente parte della provincia si estende parzialmente anche sui bacini di Adige, Livenza e Tagliamento.
Il Piave è il principale corso d'acqua che attraversa la provincia, sia per portata, ampiezza di bacino e lunghezza, sia per la rilevanza economica che il fiume ha avuto nel corso dei secoli per le popolazioni rivierasche. Altri corsi d'acqua importanti sono, ordinati secondo la portata media, il Cordevole, il Boite, l'Ansiei e il Maè, tutti tributari del Piave. A questi va aggiunto il Cismon, che attraversa il Feltrino e confluisce poi nel Brenta.
Numerosi sono anche i laghi, sia naturali che artificiali (questi ultimi realizzati tutti prima del 1963, anno in cui la strage del Vajont bloccò i programmi per la costruzione di nuovi impianti). Tra i laghi naturali figurano quello di Misurina, Alleghe e Santa Croce (questi ultimi due sono di origine naturale, ma in seguito sono stati chiusi da dighe artificiali per permettere il controllo del deflusso e aumentarne la capacità d'invaso); tra i laghi artificiali vi sono quelli di Auronzo, del Centro Cadore, di Fedaia, del Mis, della Stua e del Corlo.
La rete di rilevazione delle grandezze meteorologiche nella provincia di Belluno è composta da 50 stazioni meteorologiche automatiche gestite dall'ARPA Veneto che inviano i dati ai centri di Teolo e Belluno. A questa rete va aggiunta la rete nivometeorologica, che consta di 10 stazioni che trasmettono i dati al centro di Arabba. Vi è infine un progetto, che coinvolge l'ARPA Veneto ed altri enti ed associazioni amatoriali, che effettua il monitoraggio di numerose doline del Triveneto: è nell'ambito di questo progetto che nel dicembre 2010, nelle Pale di San Martino è stata registrata la temperatura minima registrata in Italia di -48,3 °C. A queste si affianca una fitta rete di stazioni meteorologiche amatoriali.
La provincia di Belluno presenta, in virtù della conformazione orografica, caratteristiche climatiche assai diverse da zona a zona. Per quanto riguarda le temperature, viene di seguito fatta una distinzione in base alla quota.
Fondovalle, fino a 700 m s.l.m. In queste aree il clima è meno rigido rispetto alle zone prettamente montane, segnando il passaggio da quello oceanico (Cfb) a quello continentale umido (Dfb). La temperatura media annuale è compresa tra 9 °C (registrati nelle zone più elevate) e 11,9 °C (registrati nel Feltrino)[senza fonte]. Nella stagione invernale le temperature minime vanno regolarmente sotto zero mentre i giorni di ghiaccio non sono molto frequenti e solitamente concentrati a gennaio e febbraio. In estate, specialmente nei fondovalle, le temperature possono superare i 30 °C, mentre la media delle massime è compresa tra i 24 e i 28 °C delle zone più calde (bassa Valbelluna, Feltrino e Longaronese).
Valli interne, da 700 a 1500 m s.l.m. In queste zone il clima è continentale umido (Dfb). Gli inverni sono piuttosto rigidi, localmente anche a quote inferiori ai 1000 m s.l.m. (come ad esempio Santo Stefano di Cadore), con temperature medie minime nei mesi più freddi che possono raggiungere i -10 °C; la media minima scende sotto lo zero da novembre a marzo (localmente aprile, come Sappada). In estate le medie massime oscillano tra i 19 e i 24 °C e le giornate di calura si registrano solo nelle stazioni alle quote più basse.
Valli tra 1500 e 1900 m s.l.m. In questi territori il clima è continentale freddo (Dfc). Gli inverni sono lunghi, con precipitazioni nevose che possono avvenire da settembre a maggio. Nei mesi invernali sono frequenti le giornate di ghiaccio, le temperature medie minime annuali possono essere inferiori a 0 °C. Le estati sono brevi, con possibili giorni di ghiaccio anche in giugno e agosto; la temperatura media minima è compresa tra 7 e 10 °C, mentre la massima oscilla a seconda delle zone da 16 a 20 °C.
Alta montagna. Sopra i 1900 m s.l.m. c'è il clima freddo della tundra di altitudine (ET); ad eccezione delle attività turistiche localizzate in corrispondenza dei principali passi, non vi sono più insediamenti abitati permanentemente. Gli inverni sono lunghi e con temperature medie massime inferiori a 0 °C da dicembre a febbraio-marzo. Le estati sono fresche, con temperature notturne che a 1900–2200 m s.l.m. sono comprese tra 6 e 8,5 °C e che, oltre i 3000 m, possono essere inferiori allo 0; la media delle massime difficilmente supera i 15 °C alle quote più basse mentre non supera i 5 alle quote più elevate.
Valutando la medie annuale, le escursioni termiche sono più marcate nelle valli (10-12 °C) che in quota (6-7 °C) e nella stagione calda che in quella fredda.
A livello di microclima, è possibile trovare località con valori estremi delle temperature minimi molto bassi se rapportati alla quota: ad esempio, nel 2005, vennero registrati -35 °C in Cansiglio (loc. Valmenera, ad quota di circa 900 m s.l.m.) in tali ambiti si registrano escursioni termiche molto ampie, con variazioni di temperatura repentine in pochi minuti.[13]
Precipitazioni
Le precipitazioni, in accordo con il regime caratteristico delle Alpi, sono piuttosto scarse nel periodo invernale e più abbondanti nel periodo estivo, con un massimo autunnale meno marcato nel settore nordoccidentale. A livello di provincia, le precipitazioni risultano più abbondanti nel settore prealpino (Feltrino, Alpago) con accumuli annuali che raggiungono i 1600–1800 mm e con massimi mensili tra ottobre e novembre di 200–250 mm. Spostandosi verso nord gli accumuli scendono a 1300 mm, con punte minime tra Ampezzano e alto Agordino inferiori ai 1100 mm. I giorni di pioggia sono compresi ovunque tra 105 e 115 per anno.
Al 31 dicembre 2018 la popolazione straniera residente in provincia contava 12 493 persone[15], pari al 6,16% della popolazione totale. Queste erano le nazionalità più numerose:
Al 31 dicembre 2018 i comuni con la più alta percentuale di stranieri sul totale della popolazione erano Alano di Piave (13,98%) e Quero Vas (12,92%), entrambi in territorio Feltrino.
Prima della pubblicazione della L.R. 28 settembre 2012, n. 40 "Norme in materia di unioni montane" (modificata dalla L.R. 49/2012), tutti i comuni della provincia erano raggruppati in nove comunità montane successivamente trasformate in unioni montane.
In occasione della riforma, Cortina d'Ampezzo ha deciso di recedere dall'ex comunità montana Valle del Boite: il comune è l'unico della provincia a non appartenere a un'unione montana.
Nel Bellunese c'è uno dei distretti industriali più importanti del Nord-est, quello dell'occhiale, in particolare nelle zone dell'Agordino e del Cadore. Ad Agordo è nata la Luxottica, leader nella produzione di occhiali, a Longarone si annoverano invece la Marcolin, il Gruppo De Rigo e il maggiore stabilimento della Safilo. Oltre al settore dell'occhialeria di fondamentale importanza sono i settori della refrigerazione industriale (De Rigo Refrigeration, Epta , Zanussi) e dei sanitari (Ideal Standard, Ceramica Dolomite). Degno di nota è anche il settore lattiero-caseario (Lattebusche).
La provincia di Belluno fa parte del club dei 15, cioè le quindici province italiane più industrializzate secondo questi criteri:
alto reddito (20 000 euro per abitante – primo quartile per l'Italia);
contributo dell'industria (comprese costruzioni) al valore aggiunto superiore al 35% - la UE 25 ha una media del 29% (Italia 28%) ed individua la soglia dei territori industriali al 30%;
quota dell'occupazione industriale superiore al 40% - la UE 25 ha una media del 27% (Italia 31%).
L'elenco non comprende le strade statali declassate a strada regionale o a strada provinciale (registrate però nelle apposite sezioni). Questo elenco tratta le soli strade gestite dall'ANAS.
*Solo da Ponte nelle Alpi a Fonzaso. Da Fonzaso la gestione passa a Veneto Strade e quindi diventa SR 50.
Strade regionali
Le strade regionali sono strade gestite dalla società Veneto Strade e sono tutte strade statali declassate. Oltre alla già citata SR 50 nel territorio della provincia di Belluno ci sono:
Vi si trovano inoltre due delle sei funivie italiane che superano i 3.000 metri: la funivia della Marmolada, che raggiunge la quota di 3.265 metri alla stazione di Punta Rocca, e la Funivia della Tofana che da Cortina d'Ampezzo sale ai 3.244 metri della Tofana di Mezzo.
Entrambe le linee sono a binario unico, elettrificate nel tratto Belluno-Ponte nelle Alpi-Conegliano. L'elettrificazione è in corso anche sulla tratta Belluno-Montebelluna, con completamento previsto entro dicembre 2025.[16] La principale stazione è quella di Belluno; altre stazioni importanti sono quelle di Feltre, Calalzo (stazione terminale della linea) e Ponte nelle Alpi (dove si diramano le linee per il Cadore e per Conegliano).
Il trasporto regionale è gestito da Trenitalia, che garantisce collegamenti diretti con Conegliano, Treviso, Venezia e Padova, mentre dal dicembre 2023 è presente anche il treno Espresso stagionale Calalzo - Roma Termini di Treni Turistici Italiani.[17]
Tra il 1925 e il 1955 fu attiva la linea Bribano-Agordo[18], mentre dal 1921 al 1964 fu attiva la Ferrovia delle Dolomiti tra Calalzo di Cadore e Dobbiaco via Cortina; entrambe queste linee erano a binario unico ed elettrificate (la linea tra Calalzo e Dobbiaco era a scartamento ridotto).
Tra il 1955 e il 1999 fu attiva la Freccia delle Dolomiti, un collegamento diretto tra Calalzo di Cadore e Milano[19]. Fino al 2011 è esistito anche un treno espresso diretto tra Calalzo e Roma[20].
In provincia di Belluno esistono due aeroporti: quello di Belluno (civile e turistico, con pista in erba) e quello di Cortina d'Ampezzo, sito in località Fiames (civile, in conglomerato bituminoso, inattivo dal 1976; è in corso la riconversione a eliporto). Attualmente è stato inaugurato un campo di volo nelle vicinanze di Sedico la località è PRAPAVEI, 2 km da Sedico.
All'infuori delle discipline invernali negli sport di squadra si registrano partecipazioni al massimo campionato italiano nella pallavolo maschile (5 stagioni per la Pallavolo Belluno negli anni settanta-ottanta più un campionato nella stagione 2011-12 con la Sisley Volley nel suo ultimo anno di attività) e nel calcio femminile (Belluno Femminile, 2 stagioni nel 1980 e 1981). Buoni risultati sono stati ottenuti nel calcio a 5 grazie alla Canottieri Belluno e nel rugby (7 stagioni per il Rugby Belluno, l'ultima nel 2000-01) nel campionato di serie A2. Nel calcio a 11 maschile disputarono la serie C nel secondo dopoguerra la Feltrese e il Belluno (il Belluno disputò poi due stagioni in C2 nei primi anni 2000). Nel basket non sono stati invece raccolti risultati di particolare rilievo.
La provincia viene attraversata regolarmente dal Giro d'Italia e spesso i suoi passi costituiscono la Cima Coppi (addirittura 13 volte il Passo Pordoi). L'unico ciclista bellunese ad essere riuscito a vincere una tappa di questa manifestazione è stato Giovanni Knapp nel 1966.
Cultura
Scuola e università
Nel territorio provinciale sono distribuite in maniera abbastanza uniforme le scuole dell'obbligo, dalla scuola dell'infanzia alle scuole superiori.
Per quanto riguarda la formazione postsuperiori esistono alcuni centri specializzati, mentre per quanto riguarda l'università c'è una succursale dell'Università degli Studi di Padova a Feltre. In particolare si contano i seguenti corsi universitari: il corso di laurea in Infermieristica, il corso di laurea in Tecniche della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro, il master di primo livello in Prevenzione ed emergenza in territorio montano e d'alta quota e parzialmente il master di primo livello in Infermiere specialista in patologia e endoscopia dell'apparato digerente.
^ab Jacopo De Pasquale, Simone Osta e Giorgio Reolon, Palazzo Piloni: storia, architettura, arte, in Dolomiti - Rivista di cultura e attualità della Provincia di Belluno, n. 2/2023, Istituto Bellunese di Ricerche Sociali e Culturali.
In grassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente come unità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomi sui generis.