Fu professore di scuola media prima di essere comandato all'Istituto italiano di cultura di Brema negli anni di guerra 1942-43[2]. Ritornò a insegnare come docente di ruolo al liceo scientificoAntonio Vallisneri di Lucca[2], vivendo anche un'esperienza nella Resistenzapartigiana in Lucchesia. Nel 1947, vincitore di concorso[1], fu ammesso come allievo della Scuola storica nazionale annessa all'Istituto storico italiano per il Medio Evo, ambiente nel quale avvenne il determinante incontro con la personalità scientifica di Raffaello Morghen, che sarebbe divenuto il suo riconosciuto maestro di studi e di vita[3][4], dal quale seppe peraltro mostrare indipendenza e autonomia di giudizio[1]. Sempre alla scuola, un duraturo sodalizio di amicizia e collaborazione culturale sarebbe sorto con altri storici, in particolare Paolo Lamma e Arsenio Frugoni, anch'essi allievi della Scuola. I suoi rapporti con l'Istituto storico italiano per il Medio Evo sarebbero durati ininterrottamente per tredici anni, prima come allievo della Scuola storica, poi come segretario dell'ente stesso, fino al 1959, anno in cui ricevette l'incarico straordinario all'Università di Perugia[4]. Negli anni di permanenza all'Istituto storico, la sua grande competenza bibliografica fu fondamentale per la costituzione della biblioteca d'Istituto[2].
Il 1953 vide anche la pubblicazione dei suoi Studi sull'eresia del XII secolo[1], incentrata essenzialmente sul fenomeno dei Petrobrusiani, ma con aperture sull'origine del Valdismo e del Catarismo occidentale e sulla lotta di san Bernardo di Chiaravalle nei confronti delle eresie popolari[5], in un secolo in cui, a suo parere, la cristianità medievale attingeva probabilmente il suo vertice più alto[6]. L'opera avrebbe conosciuto una successive edizioni aumentata nel 1975[7], con un orizzonte tanto significativamente ampliato da giungere alla scelta di un nuovo titolo per la terza edizione in Secolo XII: religione popolare ed eresia, nel 1983[6]. Il suo innato interesse per la spiritualità medievale e per le forme di "religiosità popolare" andava di pari passo con la sua attenzione per i movimenti ereticali del XII secolo e per l'escatologismo medievale, due fondamentali direttrici della sua attività di ricerca[5]. La seconda di quelle direzioni di ricerca si manifestò nel suo studio sul commentario sull'Apocalisse di Pietro di Giovanni Olivi[8], la frequentazione delle cui opere risaliva a dieci anni prima, il 1945, quando Manselli ne fece la conoscenza alla Biblioteca Laurenziana di Firenze[5]. Riguardo ai moti ereticali, non si trattava tanto di un interesse all'eresiologia come materia di studio quanto al riconoscimento, nelle molte forme di eterodossia, di manifestazioni e testimonianze delle aspirazioni religiose dell'epoca[9]
Nel 1966 successe alla cattedra del suo maestro Raffaello Morghen all'Università di Roma[10], che Manselli tenne fino alla morte, divenendo anche direttore dell'istituto di storia medievale.
Manselli ebbe un grande interesse per la spiritualità medievale nelle cui grandi figure, come Valdo di Lione e San Francesco d'Assisi, egli vedeva esprimersi i tratti puri e semplici, a lui cari, della "religiosità popolare"[10].
Con la figura di San Francesco, da cui era particolarmente attratto, e che egli considerava l'esito più alto della spiritualità medievale[10], Manselli si era già confrontato da tempo, all'inizio con la realizzazione di dispense per corsi universitari tenuti a Roma, confluiti in seguito nella pubblicazione di una prima biografia (Roma, 1980 e 1981). Alle prime forme della biografia si affiancava in quegli anni l'analisi di un copioso corpus di pericopi contenenti il testo «nos qui cum eo fuimus»[12] («noi che fummo insieme a lui»), attraverso i quali colse una diversa immagine di san Francesco negli ultimi anni di sua vita, fortemente emarginato nella sua comunità.
Negli ultimi anni della sua vita rimise mano alla sua biografia di San Francesco, ma quella che egli chiamava la Editio maior della vita del santo di Assisi non fu mai portata a termine per il sopraggiungere improvviso della morte: sarà pubblicata solo nel 2002, grazie alle cure editoriali e al lavoro di ricostruzione dedicatogli da un suo allievo, Marco Bartoli.
Opere
La bibliografia completa degli scritti di Raoul Manselli comprende quasi 700 titoli[13] ed è stata pubblicata a cura di Edith Pásztor: Bibliografia di Raoul Manselli, vol. 9 della coll.Testi, studi, strumenti, del Centro italiano di studi sull'alto medioevo, 1994 ISBN 88-7-98-8378-X.
Normanni d'Italia alla prima crociata: Boemondo d'Altavilla, Roma, 1940 (pubblicazione della tesi di laurea, Boemondo d'Altavilla alla prima crociata, 1938
Studi sulle eresie del secolo XII, Roma, 1953 (2ª ed. 1975; 3ª ed., 1983, come Il secolo XII: religiosità popolare ed eresia)
La "Lectura super Apocalypsim" di Pietro di Giovanni Olivi. Ricerche sull'escatologismo medioevale, Roma, 1955
Il secolo XII: religiosità popolare ed eresia, Roma 1983 (3ª ed. ampliata di Studi sulle eresie del secolo XII)
(curatore, con Josef Riedmann) Federico Barbarossa nel dibattito storiografico in Italia e in Germania, il Mulino, Bologna, 1982
in Comuni e signorie: istituzioni, società e lotte per l'egemonia, IV vol. della Storia d'Italia UTET diretta da Giuseppe Galasso, Torino, 1981
Egemonia imperiale, autonomia comunale, potenza politica della Chiesa
Il sistema degli Stati italiani dal 1250 al 1454,
Il pensiero economico del Medioevo, Storia delle idee politiche economiche e sociali, diretta da Luigi Firpo, vol. II, Torino, 1983
Opera postuma
(a cura di Edith Pásztor), Il soprannaturale e la religione popolare nel Medioevo, introduzione di Pietro Boglioni, coll. Religione e società, 13, Edizioni Studium, Roma 1986
Scritti sul Medioevo Roma, 1994
San Francesco. Editio maior, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2002
(a cura di Alfonso Marini), I primi cento anni di storia francescana, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 2004
(a cura di Edith Pásztor) Temi e immagini del Medio Evo, Roma, 1996
Note
^abcdP. Zerbi, Ricordo di Raoul Manselli, in «Ecclesia in hoc mundo posita», 1993 p. 663
^abcdefghiO. Capitani, Ricordo di Raoul Manselli, in Una medievistica romana, 1986, p. 57
^R. Manselli, «Raffaello Morghen, maestro di storia e di vita», in «Clio», n. 20 (1984)
^abPietro Zerbi, Ricordo di Raoul Manselli, in «Ecclesia in hoc mundo posita», 1993 p. 661
^abcP. Zerbi, Ricordo di Raoul Manselli, in «Ecclesia in hoc mundo posita», 1993 p. 664
^abP. Zerbi, Ricordo di Raoul Manselli, in «Ecclesia in hoc mundo posita», 1993 p. 671
^P. Zerbi, Ricordo di Raoul Manselli, in «Ecclesia in hoc mundo posita», 1993 p. 669
^La "Lectura super Apocalypsim" di Pietro di Giovanni Olivi. Ricerche sull'escatologismo medioevale, Roma, 1955
^O. Capitani, Ricordo di Raoul Manselli, in Una medievistica romana, 1986, p. 61
^abcP. Zerbi, Ricordo di Raoul Manselli, in «Ecclesia in hoc mundo posita», 1993 p. 667
^P. Zerbi, Ricordo di Raoul Manselli, in «Ecclesia in hoc mundo posita», 1993 p. 662
^"Nos qui cum eo fuimus". Contributo alla questione francescana, Roma, 1980
(a cura di Felice Accrocca), AA.VV: "Nisi granum frumenti…" Raoul Manselli e gli studi francescani, Bibliotheca seraphico-capuccina, 93, Roma 2011 ISBN 978-88-88001-80-7