Tribù nomadi provenienti probabilmente dall'area prossima al lago Fucino hanno frequentato l'area del contemporaneo territorio opiano e dell'alta valle del Sangro. La grande necropoli localizzata all'imbocco della val Fondillo, databile tra il VII e V secolo a.C., attesta che le popolazioni divenute stanziali praticavano l'agricoltura e l'allevamento[7]. Alcuni reperti sono esposti nella sezione archeologica del museo naturalistico del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise a Pescasseroli.
Presumibilmente chiamata Fontilli per via delle numerose sorgenti[8], l'area ha rappresentato in epoca preromana e romana un'importante via di comunicazione tra i popoli italici dei Marsi, dei Volsci e dei Sanniti-Pentri. Per lunghi secoli è stata una frequentata via tratturale praticata dai pastori abruzzesi che nei periodi più freddi raggiungevano la Capitanata oppure, attraversando il valico dell'Orso, la valle di Comino.
Le mutate condizioni socio-economiche verificatesi tra il XIX e l'inizio del XX secolo hanno relegato all'isolamento le aree dell'entroterra abruzzese e in particolare la zona altosangrina, facilitando al contempo la tutela dell'ambiente naturale e delle specie animali. La val Fondillo, unitamente alla Camosciara e alle aree montane del versante marsicano, essendo stata inclusa nella Riserva reale Alta Val di Sangro nel 1873, rappresenta il nucleo antesignano del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, ufficialmente istituito nel 1923. Nel 2017 le faggete vetuste della val Fondillo sono state riconosciute patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO[3][9].
^Un mondo a parte, su comingsoon.it. URL consultato il 7 aprile 2024.
Bibliografia
Davide Boccia, Il territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo dalla Preistoria al Medioevo: Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea, Torino, Tipografia Monti, 2019.