Rubén Sosa, miglior marcatore dei nerazzurri in campionato con 16 gol, in azione nel derby d'Italia del 28 novembre 1993 in cui siglò una doppietta (2-2).
Nell'estate 1993 Pellegrini si assicurò le prestazioni degli olandesi Jonk e Bergkamp,[4] ritenuti tra i maggiori prospetti del calcio mondiale;[5] a completare l'organico furono poi gli italiani Paganin, Festa e Dell'Anno.[6][7] L'apporto dei tulipani si rivelò tuttavia inferiore alle attese in loro riposte,[4][5] con Bergkamp che — pur risultando capocannoniere in UEFA —[8] denunciò problemi d'ambientamento in spogliatoio;[9] in campionato la squadra tentò inizialmente di contrastare i concittadini rossoneri,[10][11] ritrovandosi a 4 lunghezze dagli uomini di Capello alla pausa natalizia.[12]
In campo europeo fu soprattutto la prolificità del nuovo attaccante a risultare decisiva, con una tripletta al Rapid Bucarest nel primo turno:[8] Bergkamp appose quindi il proprio sigillo anche contro i ciprioti dell'Apollon Limassol — sul cui campo i nerazzurri furono costretti ad un pari per 3-3 nel retour match —[13] decidendo infine entrambe le gare col Norwich City.[14] Sul fronte nazionale il gap dai rossoneri prese ad ampliarsi agli inizi del 1994,[15][16] con la situazione sfociata nell'esonero di Bagnoli in febbraio:[17] a gravare sul conto del tecnico, sollevato dall'incarico dopo una sconfitta casalinga con la Lazio che precipitò la squadra al sesto posto con 9 punti di ritardo dal Diavolo,[4] fu inoltre l'insorgere di tensioni nell'ambiente che richiamò quanto avvenuto con Orrico un biennio addietro.[18][19] La panchina venne rilevata dall'ex calciatore Gianpiero Marini,[20][21] ex calciatore nerazzurro del decennio passato,[5] sconfitto a Piacenza nel suo debutto.[4]
Festeggiamenti sul prato di San Siro per la conquista della seconda Coppa UEFA nella storia dell'Inter
Il nuovo allenatore centrò la prima vittoria della sua gestione nell'andata dei quarti di finale della UEFA,[22] espugnando il terreno di un Borussia Dortmund guidato in campo dall'ex Matthias Sammer:[4][5] ipotecato il passaggio del turno grazie al 3-1 in Germania,[23] nel ritorno a San Siro i milanesi cedettero col minimo scarto rimediando la seconda sconfitta consecutiva su un totale di 6 incontri.[24] Inaugurato il filotto negativo col 4-1 subìto a Parma,[25][26] l'Inter cadde quindi per mano dei teutonici e nella stracittadina per poi capitolare anche col Genoa;[27] frattanto piegata di misura dai connazionali del Cagliari nel primo round della semifinale europea,[4][5] la Beneamata si arrese infine alla Juventus nel derby d'Italia per un autogol di Ferri.[24][28]
Piombati loro malgrado in zona-retrocessione,[25][29] i lombardi — tornati alla vittoria solamente in primavera —[30] scongiurarono il pericolo della B alla penultima giornata:[29] chiudendo il torneo alla pari con la Reggiana a 31 punti,[4][5] a −19 dai campioni d'Italia del Milan,[5] fu sopravanzato di una sola lunghezza un Piacenza condannato alla relegazione.[4] Col tredicesimo posto in graduatoria a costituire la peggior prestazione del club in Serie A — peggiorando la dodicesima piazza raggiunta, nel
1942, in un campionato a 16 squadre, e, sia pur all'interno di un campionato con 21 partecipanti, nel 1948 —[31] l'ancora di salvezza fu rappresentata dalla Coppa UEFA,[32][33] al cui atto finale i milanesi pervennero dopo aver rimontato i sardi nel ritorno della semifinale.[4][5]
Ultimo ostacolo risultarono gli austriaci del Casino Salzburg,[4][5] sconfitti dapprima con rete di Berti e successivamente da un gol di Jonk:[34][35] ammessa all'edizione seguente tramite la vittoria del trofeo,[4][5] l'Inter iscrisse il proprio nome nell'albo d'oro della manifestazione per la seconda volta dopo il successo colto da Trapattoni nel 1991.[36]
Divise e sponsor
Lo sponsor tecnico per la stagione 1993-94 fu Umbro, mentre quello ufficiale era Fiorucci.[37] La prima divisa manteneva il colletto a polo con strisce strette e tonalità chiara. La seconda aveva un colletto a polo azzurro con la banda nerazzurra e anche il bordo azzurro con nero sulle maniche. Infine, la terza rimase gialla con quadratini ispirati ai colori sociali del club.