Ippolito da Correggio (Correggio, gennaio 1510 – Correggio, 13 dicembre 1552) è stato un nobile e militare italiano, conte di Correggio dal 1520 alla morte (in condominio con il fratello Girolamo e i cugini Gianfrancesco II e Manfredo II).
Biografia
Ippolito nacque a Correggio nel gennaio 1510 e il 27 dello stesso mese venne battezzato dal cardinale Ippolito d'Este e da Isabella d'Este.[1]
Suoi genitori furono il conte Giberto VII da Correggio e la sua seconda moglie, Veronica Gambara. Sua madre, sorella del cardinale Uberto Gambara, fu una delle donne più illustri d'Italia e fu molto apprezzata e decantata dai contemporanei per il suo ingegno poetico e letterario.[1]
Il 16 dicembre 1520 l'imperatore Carlo V d'Asburgo investì nuovamente la famiglia degli storici terreni.[1] Così, metà Contea spettò a Ippolito e al fratello Girolamo, mentre l'altra metà apparteneva già ai cugini Gianfrancesco II e Manfredo II, che vennero confermati dall'investitura.[1]
Come di consuetudine, venne indirizzato alla carriera militare.[1] Dal 1528 fu ai servigi imperiali e partecipò a varie battaglie.[1] Nel 1530, come generale di fanteria, prese parte alla distruzione della Repubblica di Firenze.[1] Nel 1532 nella guerra di Ungheria.[1] Poi, nel 1536 e nel 1543 partecipò, come colonnello e poi generale di fanteria, alle due campagne in Piemonte e Provenza contro i Francesi.[1] Il 13 febbraio 1537 ottenne da Alfonso III d'Avalos, marchese del Vasto, il comando dell'esercito destinato ad impadronirsi di Mirandola, occupata dai Francesi, ma la guerra non portò ai suoi frutti e Ippolito non riuscì ad impadronirsi della città.[1] Sempre per Carlo V, inoltre, fu governatore delle armi in Velletri.[1]
Nel dicembre 1541, per mantenere l'unità del feudo correggese, sposò Chiara, figlia ed erede universale del cugino Gianfrancesco.[1]
Nel 1552, a seguito della ribellione di Siena contro gli Spagnoli e le vicende ad essa connesse, si creò una situazione spinosa per il duca Cosimo I de' Medici, accusato di non aver spedito in tempo il supporto necessario e di aver addirittura tramato a favore di Siena e dei Francesi.[1] A seguito di ciò, Ippolito venne inviato alla corte imperiale in Germania per giustificare e scagionare il duca fiorentino, ottenendo un felice risvolto.[1]
Morì a Correggio il 13 dicembre 1552.[1]
Discendenza
Dall'unione con la moglie Chiara, nacque un'unica figlia:
Ascendenza
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni